07 gennaio 2006

Dùn Éideann, tha gradh agam ort!


Non sono sicuro di fare cosa gradita, essendo l’attualità scarna di motivi di interesse, ho deciso di aprire una piccola rubrica riguardante città o paesi da me visitati in questi anni, da me particolarmente graditi e da me adesso qui descritti.
Non vuol certo essere una guida di viaggio, ma solo poche righe con le mie opinioni e qualche consiglio per una piacevole visita in luoghi che mi hanno colpito.
Quando comincerà la primavera, vi verrà voglia di evadere dalle vostre inquietudini quotidiane e ,per un bel ponte di quattro giorni, niente è meglio di una partenza per l’affascinante Edimburgo, dichiarata patrimonio mondiale dell’Unesco.
Considero la capitale della Scozia la più bella città da me visitate, tra quelle medie (450.000 abitanti circa)e senz’altro la più intrigante e misteriosa; questa atmosfera ti entra dentro dopo poche ore. Indiscutibilmente vi sono molti luoghi di interesse, musei importanti, edifici antichi, ma è proprio l’aria che si respira a Edimburgo che rende indimenticabile una visita.
Fondata prima dell’epoca Romana e incastonata in una cornice ambientale ragguardevole, adagiata su colline che vanno sfumando verso il Firth of Forth e quindi il mare, Edimburgo è divisa marcatamente in due parti distinte. La città vecchia e la città nuova. L’old town ha la sua spina dorsale nel mitico Royal mile, antica strada composta da quattro vie susseguenti che , con il suo proseguire sinuoso e misterioso, attraversata da decine di Closes (vicoletti), arriva fino al castello, simbolo della città, che sorge su di un aspro sperone di origine vulcanica. Dal castello si gode un bellissimo panorama della città e girovagando tra i bastioni, i fossati e le stanze ci si può fare un’idea dell’intensa storia Scozzese.
Percorrendo il Royal mile tra cortili, vicoli e palazzi seicenteschi si giunge all’ Holyrood House, il palazzo reale Scozzese, simile nell’architettura ai castelli francesi rinascimentali, e legato alla vicende di Maria Stuarda.
La new town è invece l’esempio della città a misura d’uomo, quartieri residenziali spaziosi, tranquilli, con strade importanti come Princes Street, epicentro della vita cittadina, con i suoi eleganti negozi, alberghi, locali per ogni divertimento e la bella George Street arteria che termina in due armoniose piazze gemelle. A dividere le due parti della città i bellissimi Princes Street gardens, spaziosa, pulita e animata area verde nel centro della città.
Vedrete che Edimburgo vi entrerà nel cuore, come tutta la Scozia , che però nella sua interezza tra le sue terre, le sue tradizioni, i suoi castelli e la sua natura richiede almeno una visita lunga quindici giorni.
Non mi dilungo oltre, per questo ci sono guide e siti internet, ma vi raccomando caldamente al primo ponte di primavera un salto in questa splendida città, non dimenticando di entrare in un Pub e ordinare l’Haggis, piatto nazionale, fatto di frattaglie di pecora. Andando oltre all’aspetto sgradevole, rimane una culinaria immersione nella tradizione del posto.
Alla prossima

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Oh, Edinburgh, marvellous city.
Si, è da tornarci!
Anche se in questo momento della mia (inutile n.d.r.) esistenza, vorrei vedere luoghi meno austeri e più esotici.
Ad esempio, San'a: con la mia faccia da talebano, non dovrebbero rapirmi. O Petra, la capitale dei Nabatei; o le rovine di Persepoli, città - reggia voluta da Dario I. E che dire di Napata e Meroe, le città dei faraoni neri. E ancora .... basta, l'elenco è troppo lungo (Tikal, Copan, Palenque.....)
Ma sono troppo bolso per intrapendere certe imprese.

Anonimo ha detto...

La Scozia, Edimburgo compresa, l'ho vista tanti anni fa, tra un pò credo che tornerò. Sono pienamente d'accordo con il Pianista, è un paese fantastico, si respira un'atmosfera unica.

Compagno di pranzi e cene ha detto...

Uffi l'avete già vista tutti.
ma nel 2007 la visiterò anche io, le brigate bolse al gran completo andranno in trasferta.

Anonimo ha detto...

Edinburgo è una città splendida, una delle più belle che abbia mai visto, una atmosfera unica.
E la Scozia è il posto più bello del mondo senza dubbio; la sola lacuna che le toglie la pagella perfetta è non usare l'Euro, ma credo che questa sia colpa degli occupanti inglesi ....
Sursum corda ( in alto i cuori ), perchè nella primavera 2007 NOI SAREMO LI' !

Anonimo ha detto...

Dubbio : ma non è che il gaelico si usa solo nelle Highlands ?

Anonimo ha detto...

Che io sappia, ciò che rimane della lingua dei Celti Gaudeli è parlato solo da 20.000 irlandesi e da qualche gallese; il mio dubbio è che neanche nelle Terre Alte, l'antica lingua sia conosciuta.

Il Pianista ha detto...

Esiste il gaelico Scozzese che viene ad oggi ancora parlato da 80000 persone circa sopratutto nelle Ebridi Esterne ma vi è una comunità nella zona di Glasgow.
Tra l'altro esiste un college, nell'isola di Skye, che si occupa dell'insegnimanto del gaelico scozzese.

Anonimo ha detto...

Anche io non posso che esaltare la magnificenza di Edimburgo e piu' in generale di tutta la Scozia.
Ho avuto anche la fortuna, in realta' calcolata, di esserci durante il periodo del Military Tattoo e quindi di godere appieno dell'evento. Oltre al singolo spettacolo e' una festa collettiva di tutta la capitale.
Semplici cittadini volontari, rigorosamente in kilt, accompagnano gratuitamente i turisti al castello, lungo la Royal Mile e nei vicoli piu' caratteristici, mentre le bande, ufficiali e non, fanno echeggiare le loro pipes in ogni angolo della citta'. Una esperienza fantastica.
Un unico appunto; la cucina e' pessima e l'Haggis fa letteralmente schifo! Meno male che ci sono trote e salmoni, gli unici cibi che riuscivo a mangiare :-)

Anonimo ha detto...

Basta che non diventi, come l'irlandese l'anno prossimo, lingua ufficiale della UE....

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/06_Giugno/13/gaelico.shtml

SOYUZ1968 ha detto...

La legislazione brevettuale europea, molto puntuale e di diretta interpretazione, mi ha insegnato una cosa importante.

In Europa si dovrebbero usare solo l'Inglese, il Francese o il Tedesco: le traduzioni in queste lingue dovrebbero essere a carico dei singoli Stati e gli Stati obbligati a tradurre la documentazione, come contropartita per il disturbo, possono accedere a detrazioni fiscali parametrizzate di varia natura su diverse voci di spesa.

Anonimo ha detto...

Pragmaticamente, visto che l'inglese è la lingua più diffusa, io adopererei solo quella.