14 febbraio 2006

Il volo del Pirata


14 Febbraio. Per quasi tutti questa data significa San Valentino. Per me rappresenta il ricordo del Pirata. Oggi è il secondo anniversario della morte di Marco Pantani. Troppo si è scritto e ancor di più si è detto di questo esuberante ragazzo, ma sono in pochi quelli che ne hanno tratteggiato il vero carattere, la vera umanità, che lo hanno amato per quello che era, senza l'ipocrisia delle false amicizie quando era lassù in alto, per poi abbandonarlo nei lunghi momenti della caduta.
Mi son fatto l'idea di un uomo più sensibile della massa informe degli altri uomini che gli ronzavano attorno, questa maggior sensibilità prontamente ha presentato il conto non permettendo al Pirata di scalare l'ultima salita.
Ci tengo solo a ricordarlo. Nel ricordo mi porto dietro tutti quei bellissimi momenti che mi ha regalato, nel vedere le sue pedalate leggiadre sospendere la sofferenza.
In particolare, voglio ricordare quel giorno che mi trovavo in terra di Francia con il mio amico Rugbysta Sudafricano. Era il 27 Luglio 1998, Marco partì per quella che fu la sua più grande impresa. Attaccò sul Galibier, sotto una tormenta e incurante di tutto e tutti macinò la strada metro dopo metro. Arrivò con quasi nove minuti di vantaggio sul suo , fino al quel momento, innavicinabile rivale. L'indistruttibile Jan Ullrich.
Noi eravamo proprio su quelle strade, e provammo tanta emozione nel vedere i Francesi increduli per quella stupenda galoppata tra le nuvole. Vedemmo la corsa insieme a loro e insieme a loro gioimmo. Non so se Rugbysta si vorrà unire al mio ricordo, anche solo per quel giorno, ringrazio Marco Pantani.
Il processo al ciclismo, al doping, le risposte alle mille domande sui perchè sia potuta finire così, le rimando alla prossima volta.

L'arroganza della vita
Tormento crudele
Infausta incertezza
Le mani ti sfiorano, le grida ti accompagnano
Ti spingono ancora
Oltre le nuvole, la montagna silente
E' l'ultima salita
Vola Pirata, non ti voltare

(Il Pianista)

10 commenti:

Compagno di pranzi e cene ha detto...

Io non ho voluto fare un post su Pantani, ai tempi ho già fatto un articolo sul giornalino del liceo a riguardo e di sicuro mi sarei ripetuto. Il Pirata è stato lo sportivo, dopo il mio Milan, che da quando sono nato mi ha dato le più belle emozioni. Quella tappa da te citata me la ricordo anche io, ero a Selvino, anche li c'era un nubifragio ed io ero davanti alla tv con mia madre a tifare. Ricordo anche poco tempo prima la penultima tappa del giro d'Italia da lui vinto, una cronometro. ero fuori con i miei amici ma un mio compagno aveva con se un televisorino portatile a batterie e l'abbiamo seguita al tavolo di un McDonald con un crocchio di gente dietro di noi...tutti facevano il tifo.
Magari poi ha sbagliato davvero, ha preso qualche sostanza, ma non per questo meritava tutto quello che gli hanno fatto. E'stato trattato come un delinquente...perchè? Perchè tutti gli altri in tutti gli sport si sono presi al max qualche mese di squalifica per poi tornare come se niente fosse? Lo hanno voluto annientare e hanno giocato con la sua sensibilità, ce l'ahnno fatta. La fortuna per queste persone è stata che è morto da drogato, solo (forse) in una stanza d'albergo in overdose. Ora molti lo ricordano così, matto e drogato, invece io, il pianista e i veri altri suoi tifosi lo ricodano come un essere umano che h

Anonimo ha detto...

Quel giorno del luglio 1998 me lo ricordo bene, eravamo in un pub a Caen che aveva Eurosport, come mi ricordo la città deserta per ferie ( che differenza con gli altri mesi; ci sono ritornato poi in un aprile con mia moglie, e la città è molto viva in realtà ).
Le emozioni che ci ha dato sono impareggiabili.
Dai suoi tifosi meritava una cosa : il giorno che è stato bloccato al Giro ( quanta poca chiarezza ancora ), i tifosi che si trovavano in vetta dovevano bloccare il Giro e non far passare nessuno.
Ed il ciclista che grazie alla sua squalifica aveva vinto il Giro, e di cui persino mi rifiuto di fare il nome tanto lo considero poco, chi se lo ricorda più ? Il Pirata invece è rimasto un mito.

Compagno di pranzi e cene ha detto...

lo ricordiamo come un essere umano che come tutti gli esseri umani ha commesso degli errori ma che che come pochi esseri umani ha fatto entusiasmare. (questo era il finale dello scorso commento)

Anonimo ha detto...

Non seguo il ciclismo, come non seguo molti altri sport.
Su Pantani avevo dato un giudizio duro, anche dopo morto. Lo stesso giudizio che do su Maradona.

Ma forse sbaglio: chi mi credo di essere, l'inquisizione?

E poi è inutile che faccia il moralista, quando prendo lo stipendio da uno che di coca ha sempre abusato.....

Anonimo ha detto...

io dico solo questo, chi nel ciclismo non ha mai preso sostanze? Pantani a parità di sostanze era nettamente il migliore. Forza pirata.

Anonimo ha detto...

Non si può dire che pantani è come maradona, il primo è caduto in disgrazia psicologica ed è finito nella droga l'altro è andato volontariamente nella droga ed è finito in disgrazia nonostante molti continuino ad ammirarlo. Non capisco cosa ci sia da ammirare in quella persona.

Anonimo ha detto...

Si, spandimerda hai ragione, ho giudicato superficialmente.
Forse sugli sportivi do sempre giudizi lapidari perchè non ho il senso del tifo, dell'apartenenza; non riesco ad immedesimarmi in ciò che fanno, anche se posso apprezzare il gesto sportivo.

In realtà faccio fatica a sentirmi "parte" in quasi tutte le cose.

Beh, di limiti ne ho tanti...

Anonimo ha detto...

Grazie Pirata ... Grazie per esserti immolato quale nuovo figlio dell'uomo per la nostra salvezza ... salvezza da noi stessi e dal nostro freddo e grigio mondo quotidiano ...

SOYUZ1968 ha detto...

Trovo il ciclismo noioso e non mi entusiasmo per le "res gesta" dei ciclisti.

Lo sfortunato Pantani ha lasciato la vita in totale solitudine perchè non ha goduto dell'attenzione mediatica concessa a Maradona; questa è forse la differenza sostanziale tra i due personaggi con in comune la tragica esperienza della cocaina.

Chi è solo viene ignorato e lasciato a se stesso, nei propri drammi e nell'oblio dei riflettori: Pantani è stato dimenticato quando avrebbe avuto bisogno di essere osservato, cosa che non è mai mancata, nel bene o nel male, a Maradona.

Ma a Pantani è stata soprattutto negata quella benevolenza, concessa dal calcio a Maradona, che gli ha alienato l'attenzione del mondo del ciclismo, troppo preoccupato a prendere le distanze dal capro espiatorio di quei tanti deprecabili comportamenti antisportivi, molto diffusi nella disciplina che fu cara a Bartali e Coppi.

Anonimo ha detto...

Trovo che Maradona, a differenza di molti altri atleti, abbia saputo ammettere le sue colpe, affrontare la gogna e pagarne le conseguenze.
E per questo motivo lo stimo particolarmente.