07 marzo 2006

La lezione di Zapatero


Sto vivendo la fase pre elettorale definita “sicazzomenomaleche dilaceilnanoaltrimenti sarebbedura”(va letta senza punteggiatura, tutta d’un fiato).
Non sono impazzito, non del tutto almeno, ma rimango ogni giorno più smarrito davanti allo svolgersi della campagna elettorale. Ieri, nel solito dibattito faccia a faccia, è stato il turno di D’Alema e Fini. Quale è il livello dei nostri politici se perfino quelli che vengono riconosciuti come due tra i più valenti, non riescono a trovar modo migliore di trascorrere buona parte del tempo a scambiarsi insulti e frecciatine, su temi di scarso interesse? Se il vedere esponenti di una certa parte fare figure barbine mi può provocare un senso di piacere, gradirei dai paladini della parte avversa una contrapposizione più circostanziata.
Da una parte di argomenti ce ne sono pochi ed è logico, seppur triste, pensare che si buttino sulla rissa, sugli slogan dalla facile presa, sulle battute a basso livello di comicità ma dall’alto coefficiente populista. Dall’altra parte sarebbe ovvio contrapporre delle semplici ma crude verità, dei programmi precisi, una grinta propositiva tesa a toccare i veri problemi degli Italiani, che farebbe facilmente cadere il castello di carte della destra.
Sembrerebbe ovvio, e invece…..niente.
Non so se è una questione di uomini o di opportunità, ma sicuramente la lezione Zapateriana, unita a cinque anni di sana opposizione, poca acqua hanno portato alla piantina della sinistra, ulivo, quercia o rosa che sia.
Questa è la domanda che vorrei porre ai leaders del centro sinistra e che pongo a me stesso e a tutti voi che avete la pazienza di leggermi: secondo voi perché in Spagna ha trionfato, a sorpresa, Josè Zapatero?
Sarebbe sciocco negare che l’attentato di Madrid, con la cattiva gestione mediatica di Aznar, ha giocato un ruolo importante. Nonostante questo, a mio avviso la spinta propulsiva che ha permesso la vittoria al leader Socialista deve essere cercata più a fondo. Deve essere cercata nella voglia del popolo Spagnolo di un cambiamento vero, dai bordi e dai toni ben delineati e dal comportamento d Zapatero, bravo a soddisfare questa voglia degli Spagnoli, prima e dopo il voto. Promesse precise, argomenti importanti e una linea politica che seguiva una direzione decisamente alternativa a quella della controparte.
Tutto questo Zapatero è riuscito a farlo trasparire con chiarezza prima del voto, traducendolo subito dopo in fatti concreti, travolgendo in modo inaspettato e rapido ostacoli e polemiche. Un vero governo di sinistra moderno, incurante degli strattoni, delle pressioni, degli interessi di parte. Un governo che ha saputo, come non riesce a nessuno nel Belpaese, affermare con chiarezza l’assoluta, inviolabile laicità dello Stato.
Sono convinto che anche in Italia pagherebbe maggiormente una politica ben contrapposta nella sostanza, oltre che nelle parole, al Berlusconismo. Una politica che sia un chiaro segno di discontinuità sotto tutti i punti di vista.Un taglio netto. Che fanno invece i nostri prodi? (scontato il gioco di parole…). Rincorrono posizioni ultra moderate, omologandosi a modi, tempi e slogan di un avversario che poco ha da dire. Magari questa strada risulta più sicura e meno irta di ostacoli, e porterà in ugual modo alla vittoria, ma se così sarà bisognerà ringraziare la pochezza dell’avversario più che la propria bravura.
L’Italia è un caso a se, direte voi, c’è il Vaticano, le coalizione politiche sono troppo ampie e devono accontentare tutti per stare in piedi, poi ci sono gli Italiani….tutto vero. Però i momenti che viviamo sono difficili e in molti c’è la voglia di un cambiamento radicale, di una scossa decisa che non mi sembra che L’Unione abbia voglia di dare. L’Italiani che hanno la possibilità di una minima capacità di analisi, apprezzeranno maggiormente decisione e coerenza, rispetto a scelte dettate dalla paura e dal cerchiobottismo.
Se L’unione farà così, potrà vincere le elezioni e poi governare con lo sguardo fiero e riproporsi tra cinque anni con la speranza di aver fatto qualcosa di importante. Se L’Unione non farà così, vincerà le elezioni, ma passerà cinque anni a rincorrere non si sa cosa, trovando solo una buona amministrazione ed una dignità, che sicuramente gli va riconosciuta, ma che non basterà in futuro davanti ad un avversario più competitivo di quello odierno.
Speriamo che la lezione di Zapatero possa servire.
Scusate le troppe parole e alla prossima.

12 commenti:

Jerome ha detto...

Concordo....

Ma il triste teatrino delle "investiuture" parlamentari di questi giorni sembra politica da medioevo nei confronti dello spirito innovativo del buon Zapatero....

Un esempio. In Spagna, come accade in pochissimi paesi al mondo, i membri del governo sono esattamente metà uomini e metà donne. E' un iniziativa che dal punto di vista politico può essere criticabile ma è senza dubbio un azzardo, un rischio, una novità, una proposta, una discontinuità...chiamatela come volete....

In Italia per fare quello che ha fatto Zapatero in questi due anni non sarebbero bastati 20 anni.

Viva Zapatero!

Jerome

Anonimo ha detto...

Io lo dico da tempo e mi sono sentito dare del disfattista....e persino del berlusconiano!

Tu dici (cut & paste): "L’Italiani che hanno la possibilità di una minima capacità di analisi, apprezzeranno maggiormente decisione e coerenza, rispetto a scelte dettate dalla paura e dal cerchiobottismo".
Si, ma questi italiani sono pochi e non bastano per mandare a casa l'innominabile.

Non seguo la politica spagnola e quindi non so, dopo 2 anni di governo Zapatero, quale sia il gradimento che quel premier riceve dai suoi concittadini. Ma il dato che sarebbe importante conoscere è questo: nel marzo 2006, tornerebbe a vincere? Non conta che abbia vinto 2 anni fa, ora conta se la voglia di cambiamento sia stata soddisfatta o meno.

Da noi si sa com'è. Sentivo stasera la nipote del duce dire, e condivido, che il problema in italia è il centro: come tale, può ancheggiare a sx o a dx. E il centro è espressione d'oltre tevere...

Rassegnamoci, una politica veramente di sx in italia non è attuabile e accontentimoci del colpo al cerchio e di quello alla botte: l'importante è che il colpo non ci arrivi in testa!

Mi rifiuto di seguire la propaganda elettorale della dx perchè mi provoca nausea; certo però che alcuni episodi interni all'unione sono veramente da avanspettacolo.
Nei giorni scorsi diliberto, segretario di un partito che ho votato più di una volta, ha tirato fuori la sparata, formalmente condivisibile, sulla stretta di mani insanguinate tra bush e l'innominabile: chiaro spot elettorale per rosicchiare qualche voto al prc, che a sua volta, per dimostrarsi alleato affidabile, ha criticato i toni dell'esponente del pdci. Allora è intervenuto boselli, ricordando a diliberto di aver stretto la mano a fidel, mano anch'essa insanguinata. E oliviero ha risposto che anche wojtyla aveva stretto quella mano.....cazzo, sembrano quelle feroci diatribe dell'asilo (me le ricordo ancora dopo 35 anni) su chi era più veloce tra bibip e speedy gonzales!
....poi vedi bobo craxi farsi dare un posto in lista dai ds!

Non so se la lezione zapatero sia valida o meno, per ora m'accontenterei di mandare a casa quello la.
Sul dopo, vedremo.......

SOYUZ1968 ha detto...

Il trasformismo è malattia perniciosa della politica italiana dall'Unità della nazione. Per questa ragione sono comprensibili le motivazioni che spingono i partiti, soprattutto quelli più accentrati delle rispettive coalizioni, a discorrere di vacuità insulse.

Non a caso nei dibatiti solo "l'estremista" Fausto Bertinotti, infatti, cerca di affrontare argomenti e problematiche di una certa densità e concretezza........Bertinotti, colui che i borghesucci cerchiobottisti menscevici demosinistri accusano di mancanza di concretezza e di strabismo nelle scelte delle priorità di governo....

Anonimo ha detto...

Credo che in un contesto a due schieramenti sia ragionevole che chi e' davanti gestisca la situazione lasciando l'onere di scoprirsi a chi rincorre. Del resto credo anche che siano ben piu' significativi il clima e l'attitudine generale che una parte politica trasmette, piuttosto che il programma cosi' come viene concepito prima delle elezioni e necessariamente finalizzato alle stesse ...
Per quanto riguarda Zapatero ... la Spagna agli Spagnoli ...

Johnny ha detto...

Non riuscirei mai a dire che D'Alema è uno dei politici più valenti però per il resto il post è molto condivisibile

Compagno di pranzi e cene ha detto...

ZAPATERO ZAPATERA...L'UN PER CIENTO DEL TO CARISMA CE SERVE A QUI! ZAPATERO ZAPATERA LAS PRIMARIAS NON CE SERVIVA SE CH'ERI TI! E concordo con soyuz...

Il Pianista ha detto...

Caro bolso, la tua analisi è come sempre lucida e pienamente condivisibile. Considerando il disastro di questo governo, tutti dovrebbero essere terrorizzati da possibili altri cinque anni di questo tenore. Probabilmente Prodi e C. interpretando questa "necessità" del paese, cercano di usare ogni arma per assicurarsi la vittoria a costo di innervosire (amichevolmente) uno come me che gradirebbe ben altri slanci. Mi domando però, cosa succederà dal giorno dopo l'eventuale vittoria. Passino tutte le scuse su coalizioni allargate, il centro, la linea moderata ecc, però almeno su alcune cose sulla carta condivise da tutti gli esponenti di centrosinistra come l'abrogazione delle leggi ad personam, avranno il coraggio di avanzare come dei carri armati?

SOYUZ1968 ha detto...

Stamattina, poco prima di andare al lavoro, nel programma giornalistico de "La7", vedo l'Alessandra nipote del testone che racconta il seguente aneddoto su D'Alema......

Mussolini: "Senti Massimo, ti offro un caffè....ma scusa, se vincerete le elezioni, che incarico avrai?".

D'Alema: "Non ho bisogno di incarichi, Io sono Massimo D'Alema."

Mussolini: "dai....andiamo a prendere il caffè...."

Anonimo ha detto...

L'elettore medio verserebbe migliaia di euro per acquistare sabbia, sassi e candele da Vanna Marchi ...

Anonimo ha detto...

Eh si, il barone rosso ha tristemente ragione....

Il Pianista ha detto...

hai toccato il tasto giusto Barone rosso.
Questa è l'italia. Cosa si può pretendere da gente che va dalle Marchi di turno o dai maghetti a farsi leggere le mani. Che paese ridicolo.

SOYUZ1968 ha detto...

Io sono tanto Internazionalista quanto orgoglioso delle mie policrome origini; ben conscio di sapere da dove vengo, non potrò, però, mai immaginare, nè pretendere, di sapere dove andrò.

Dove andrò lo deciderò io, certamente con il mio rispettabile retaggio, ben contento di condividerlo insieme tanto alle diverse altre esperienze quanto agli eventuali "esotismi" di chi avrò la fortuna di incontrare.

Guardare avanti chiusi nel proprio microcosmo è un incedere cieco e acritico, senza il gusto della scoperta e dei sorprendenti lampi di ciò che non conosciamo ancora....

No al concetto di "popolo da riserva" che diviene, inevitabilmente, "popolino".

No ai nazionalismi, o peggio regionalismi fascisteggianti, che "sionisticamente" dichiarano l'implicita superiorità di limitanti microcosmi.

No alle limitazioni territoriali, ingiustificabili chiusure mentali nell'avvicinarsi a ciò che è "altro".

No alle false tradizioni localistiche, che localistiche non sono, spesso infettate dal pensiero dominante di moraleggianti interessi oligarchici, religiosamente conservatori.