11 maggio 2006

Dalla padella alla brace


Il New York Times ci rimbalza una notizia proveniente dalla Colombia, apparentemente curiosa, ma dai risvolti preoccupanti.
Nukak-Makú.
Dietro a questo nome si nasconde una tribù che vive, nomade, in piena Foresta Amazzonica. La città più vicina e con essa l‘inciviltà moderna, dista diverse centinaia di chilometri dai luoghi in cui questi indigeni vivono,cacciando animali con cerbottane per trovare nutrimento. Sarebbe meglio parlare al passato infatti da qualche giorno una parte di questa tribù ha preso coraggio, e che coraggio, decidendo di convertirsi alla civiltà, dopo aver vissuto fino ad ora, nell'età della pietra. Sono usciti dalla giungla, accompagnati da piccole scimmie, e si sono presentati nei pressi della città di San José del Guaviare.
A chi, sorpreso ha chiesto spiegazioni i nostri hanno dato risposte di questo tenore:"Non vogliamo tornare nella foresta, vogliamo stare vicino alla città. Qui possiamo coltivare il nostro cibo e nel frattempo aiutare ed essere aiutati dalla popolazione cittadina". I Nukak non hanno il concetto del denaro, della proprietà privata, non conoscono nulla della nostra civiltà e del nostro modo di vivere.
Per esempio è incredibile per loro concepire l’esistenza di oggetti, gli aeroplani, che possano solcare il cielo. Come si può facilmente immaginare sono totalmente impreparati a vivere in una società moderna. Questo per loro può essere fatale.
I cittadini di San José del Guaviare stanno cercando di aiutare questi indigeni anche se le difficoltà, pensate per esempio alle malattie nostrane più comuni da cui sono completamente indifesi, appaiono insormontabili. Pare che permanga un velo di mistero sui veri motivi di questa scelta.
In realtà questa tribù è vittima sacrificale da anni di una vera e propria guerra per la conquista del territorio allo scopo di coltivare cocaina. In questo modo possiamo interpretare le frasi di uno dei malcapitati, Va-Di che ha lasciato trapelare di aver subito minacce da "Il Nukak Verde” che potrebbe essere uno di questi guerriglieri, opportunamente travestito, interessato a spodestare i Nukak.

In definitiva lasciamo ai Nukak l’illusione si aver risolto i loro problemi avvicinandosi alla civiltà e vivendo nei pressi di una moderna città. Temo per loro che l’impatto sarà devastante., ad ogni modo, considerando come siamo conciati, potrebbero aver commesso un errore imperdonabile. Non sanno cosa li aspetta, non si rendono conto cosa hanno lasciato nella foresta.
Alla prossima.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

caro pianista

da più parti hai ricevuto l'invito di rendere un pò più "hot" il tuo blog

ti ringraziamo per il tentativo

ma torna pure a pubblicare foto di politici che è meglio

Il Pianista ha detto...

non posso darti torto, ma se parliamo di tribù Amazzoniche questo è quello che passa il convento. proverrò con un fotomontaggio....

Anonimo ha detto...

L'urbanizzazione è un processo inevitabile, lo dimostra la storia dell'uomo.
In questo caso è un processo drammatico perchè salta a piè pari almeno 10000 anni di storia, dalla caverna a internet.

Il nostro mondo moderno è diventato, per molti di noi, invivibile. Però pongo una domanda: chi di noi se la sentirebbe di tornare "indietro nel tempo"? E non dico di tornare all'età della pietra, basterebbe tornare alla vita rurale di 50 anni fa.

Faccio un esempio: mia mamma, che ha 61 anni e non è quindi matusalemme, è figlia di un falegname di un paesello della bassa modenese. Mio nonno era quindi una persona benestante, ma mia mamma mi racconta che da bambina, in inverno, si lavava i capelli una volta.....al mese! Non c'era l'asciugacapelli e nemmeno lo scaldabagno!
Come ovviavano al problema dei capelli sporchi? Con la "pettinina", un pettine molto fitto, che puliva i capelli a furia di pettinarli.

Non conosco i motivi che abbiano spinto i nukak-makù ad abbandonare la foresta, ma posso immaginarli: il desiderio di una vita migliore, desiderio di ogni essere umano; desiderio che ha spinto l'uomo a esplorare, migrare e combattere e conquistare. A volte commettendo irreparabili errori, ma questa è la storia dell'umanità; umanità, che se continua di questo passo, a mio parere, è destinata a estinguersi. E tornare indietro è impossibile.....

SOYUZ1968 ha detto...

Si tratta della solita urbanizzazione forzata dettata dall'impoverimento della foresta pluviale, derubata e deturpata dalla "civiltà" che avanza. Una foresta con gli alberi tagliati, con gli animali vittime di bracconieri e scacciati dal loro habitat dalle ruspe, non è più in grado di garantire la sopravvivenza di queste popolazioni.

Schifosi e schifoso è il Fondo Monetario Internazionale che costringe il Brasile a distruggere le proprie risorse naturali per comprare aiuti internazionali a strozzinaggio!

Compagno di pranzi e cene ha detto...

Effettivamente la foto è peggio della mia super bazoom di qualche tempo fa. Se in 50 anni il cambio è stato così forte, cosa ci arà al mondo tra altri 50 anni? Io temo che ad un certo punto la tecnologia si dovrà fermare altrimenti arriveremo allo sfascio del mondo e dell'uomo.

Anonimo ha detto...

concordo con mauri. Evidentemente dovemo lui ed io invitare il pianista a qualche stage adatto tipo quello che si tiene in questi giorni al teatro dal verme sul pelvic pain.
Ad ogni modo speriamo in qualche miglioramento prima delle feste natalizie.

SOYUZ1968 ha detto...

Le vostre osservazioni sulle nudità sono infettate dal pregiudizio del substrato culturale giudaico-cristiano....emancipatevi cribbio!

Anonimo ha detto...

Io nella foresta non ci vivrei ...