27 maggio 2006

Milan cun tel coeur in man

Oggi camminavo distratto tra gli scaffali di un grande magazzino dedicato ai prodotto di elettronica, quando mi è fugacemente scappato l’occhio su un simpatico bambino di non più di cinque, sei anni di età. Un bambino non Milanese, non Italiano, forse Filippino; in quei pochi secondi non sono riuscito a focalizzare con precisione quale potesse essere il paese di origine.
Lo sguardo del pianista si è posato su quel piccolo bambino che osservava con felice voracità lo scaffale pieno di giochi della Playstation.

Avrebbe tanto voluto prenderli tutti e portarseli a casa ma pur nella sua piccola ingenuità, si rendeva conto che no, al massimo avrebbe potuto prenderne uno, e uno soltanto. La scelta del piccolo diventava allora ardua sotto lo sguardo amorevole ma severo del suo papà.
Ad un tratto gli occhi del bimbo si illuminarono mentre le sue manine, quasi telecomandate, afferrarono uno dei giochi.
“posso prendere questo?” sembrò implorare al babbo, più con lo sguardo che con le parole.
Il suo papà sfogliò i catalogo delle offerte e con un velo di tristezza gli chiese, in perfetto italiano, di sceglierne uno diverso. Il gioco scelto dal piccolo non tra i prodotti scontati e non potevano permetterselo. Certo il gioco della Playstation non è necessario, non è indispensabile ma quanto è difficile spiegarlo ad un bambino di cinque anni.

A quel punto li ho lasciati ai loro sguardi e me ne sono andato, quasi incredibilmente commosso e non ne ho compreso fino in fondo il motivo. O forse si.
Quel papà e quel bambino forse sono più fortunati rispetto a tanti altri che navigano sotto la linea di galleggiamento della povertà in un mondo che cambia molto in fretta.
Mi sono venute in mente tutte quelle persone che faticano ad arrivare dignitosamente alla fine del mese, e che per questo non possono vivere e sognare come tutti gli altri.

Il mio pensiero è volato poi a Milano, al suo presente grigio e triste, ed al suo futuro, un incerto futuro prossimo, che dovremo tutti saper far confluire nei giusti binari di vivibilità e convivenza civile e con un livello di qualità della vita più elevato.
Quella città che vorrei tornasse ad essere per tutti, Milanesi di lungo corso come me, e i nuovi Milanesi come quel papà e quel bambino, la città viva e trainante che era fino a vent’anni fa e che ho appena avuto modo di conoscere prima dei famigerati anni ’80 della Milano da bere e del suo progressivo deterioramento sociale, morale e culturale agevolato dalle legnose ultima amministrazioni di stampo condominiale.
Quella città che vorrei tornasse ad essere, per tutti, “La Milan cun tel coeur in man”
Milano ne ha biosogno ora, perché tra qualche anno potrebbe essere troppo tardi.
Domani abbiamo una piccola occasione per provarci.
Sfruttiamola.
Alla prossima

17 commenti:

SOYUZ1968 ha detto...

La Rivoluzione Proletaria Planetaria ci vorrebbe.....eccheccazzo! Altro che questa sinistra pavida e socialdemokratika!

Anonimo ha detto...

Eh eh, soyuz è diventato trozkista...

Conoscevo anch'io un bambino al quale il suo papà, spesso, diceva: "non possiamo permettercelo"; oppure: " ci sono altri bambini al mondo che muoiono di fame, accontentati di ciò che hai".

Quel bambino non era milanese, non era filippino.....ero io.

Ed era prima degli anni '80 della milano da bere: era la vita di chi, come mio padre, aveva abbandonato il proprio paesello della bassa padana, per venire nel milanese a fare i turni in fabbrica.

Anonimo ha detto...

pianista
quasi quasi ho i lacrimoni...
sei riuscito a rendere melodrammatici i semplici capricci di un bambino.

io ero bambino negli anni 70, milano era una città con molti operai e le frasi citate da bolso erano all'ordine del giorno nei supermercati e cartolerie (i negozi di giocattoli erano più rari)

Il Pianista ha detto...

intendevo proprio questo. Con i flussi migratori e l'impoverimento generale dei milanesi dei ceti medio bassi, Milano sta tornando ad evere una composizione sociale simile a quella degli anni 50'-60-70 dopo le migrazioni dal sud, con una situazione difficile (da qui le frasi simili a quelle vissute da noi del bambino) ma anche con tanta voglia di crescere solidalmente tipica della milano di qualche decennio fa. La milano da bere degli anno '80 ha poirtato ad una situazione di benessere fittizio e di decadimento morale di cui oggi è rimasto solo il decadimento morale e non più il benessere.
La classe politica deve gestire bene questa nuova realtà milanese, senza fingere di non vederla, per poter far tornare la città a crescere, con la stessa spinta propulsiva degli anni 60, soprattutto culturale e sociale. Solo così ci sarà anche una ripartenza economica.

Davide ha detto...

Io te lo dico sinceramente, da buon torinese, Milano la raderei al suolo. Ma si salva perchè c'è gente come te, e come alcuni miei amici di lunga data.

saluti
Davide

Anonimo ha detto...

Il problema di Milano è quello di tutto il Nord. Una società spaventata che ha paura di perdere quello che ha conquistato, e non ha né la forza, né lo spirito per inventarsi di nuovo.
La grande spinta degli anni 50 e 60 era conseguenza di una grande energia vitale scaturita dal disastro della guerra.Che ci sia bisogno di qualcosa altrettanto forte (un disastro ecologico? un'altra guerra?) perchè davvero le cose prendano una direziome giusta?
O forse esagero e la trasformazione sarà fatta da tutte quelle moltitudini di persone che ora non hanno riconoscimento sociale o politico ed hanno invece grande fame. Questa è la paura.
E allora purtroppo vi beccherete di nuovo altri cinque anni di Letizia.

Il Pianista ha detto...

Già! Ci beccheremo ancora cinque anni di destra, con la moratti poi...
però alle 12.00 l'affluenza era molto bassa di circa 7 punti meno che alle politiche di un mese fa.
Questo dovrebbe favorire ferrante, anche se non credo basterà per vincere.

Anonimo ha detto...

"Amici carissimi, amici del Pianista e anche un po’ miei. E' Dario Fo che vi parla.
Io mi trovo a lottare a Milano con una lista a mio nome (lista Dario Fo), con Ferrante, per l'Unione.
Fateci vincere! Ma mi raccomando, non esagerate, una vittoria solo per qualche voto in più. Così avremo la possibilità di condizionare positivamente la gestione del nuovo comune di Milano; di imporre che i programmi, e le promesse che abbiamo fatto in campagna elettorale per trasformare, salvare questa nostra città affogata nello smog e nel vuoto d'idee, possa tornare a galla.
Non ci basta che il rinnovamento si risolva in un aggiustamento qui e là, una pitturatina ai lampioni... Diciamo NO ai progetti criminali. NO allo sfondamento del suolo della città per fare parcheggi di 4 piani. NO a un traffico con un milione di macchine in più. NO a una periferia senza servizi, ridotta a un ghetto-dormitorio. E mi fermo qui.

Anzi vado avanti.
NO alla costruzione dei grattacieli con 8000 persone nella vecchia Fiera. NO a una città senza eventi culturali. NO a una città con appartamenti carissimi e vuoti. NO a una città di macchine, di posti macchina, di marciapiedi invasi dalle macchine, di centro aperto alle macchine.
Milano è la città delle macchine. Ma allora, al posto della città era sufficiente progettare un grande, grandissimo parcheggio.
Che è quello che è diventata oggi Milano.

Vogliamo che i bambini giochino fra le piante e il verde... e anche gli anziani possano vivere la loro vita... giorni sereni, magari giocando a bocce in piazza del Duomo!
Forza! Facciamo incazzare le società immobiliari, le finanziarie, i produttori di auto e di inceneritori! Puliamo Milano dalla loro infezione. Riprendiamoci il cielo, le stelle, l'aria, la vita."

Anonimo ha detto...

oh! tieni conto che io sono fatalista, ma non sempre con ragione

Il Pianista ha detto...

grande! ormai nel mio blog manca solo l'intervento di Maximilien François Marie Isidore de Robespierre

Anonimo ha detto...

Il problema di milano non è il colore della giunta.

Il problema è che ci sono tante leggi che non vengono fatte rispettare e mi riferisco a:

1-auto sempre in doppia/tripla fila
2-alloggi occupati abusivamente
3-mancato pagamento dei mezzi
pubblici
4-cacche di cane ovunque
5-schiamazzi notturni vicino ai locali

Cominci la nuova giunta a far rispettare queste semplici regole!

SOYUZ1968 ha detto...

Urca Dario Fo è intervenuto nel tuo blog??? Se è vero è un onore di incommensurabile valore.

Come ben sapete ho votato la lista di Dario Fo sia al Comune sia alla circoscrizione, al comune ho dato la preferenza a Basilio Rizzo e alla circoscrizione preferenza alla candidata donna più giovane, la più giovane di tutte.

Convinto di aver votato bene, ora vado a nanna...domani sarà una giornata molto lunga....

Anonimo ha detto...

sei appena uscito che danno ferrante e brichetto a 48.9% e 48.9%.

Il Pianista ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Il Pianista ha detto...

barolo66, il senso del post andava oltre le ovvietà sul fatto che il videogioco non è indispensabile come un tozzo di pane. Tra l'altro, l'ho pure spiegato in un commento successivo.....

ma proprio a me vieni a dire certe cose sui grandi fratelli e cazzate varie o sul valore vero delle cose?
Sfondi una porta ovviamente apertissima.

Il Pianista ha detto...

i primi risultati sono ottimi in tutta italia tranne che a milano dove però siamo molto vicini.
meglio aspettare per ogni commento

Anonimo ha detto...

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