Io sono pazzo.
E’ l’unica spiegazione che riesco a fornirmi per i cattivi pensieri che mi nascono mentre oziosamente fisso il nulla sul tram che mi riposta a casa dal lavoro. Invece che un onesto rilassamento sognando ad occhi aperti sulle vere cose importanti della vita, tipo scovare un sistema per invitare Scarlett a cena, o programmare gli acquisti per l’asta del fantacalcio di venerdi prossimo, ecco che il Pianista cullato dal suono delle rotaie, rivolge i suoi pensieri al “Partito Democratico”.
Disastroso pensiero di fine serata, oltretutto rivolto ad entità inesistente più della citata aureocrinita.
Ormai ci sono caduto, ho pensato, e provo a completare il noioso ragionamento, che di seguito traduco in scritto.
Inizialmente nutrivo molti dubbi e mi sono sentito istintivamente contrario al nuovo partito. Radici, storia da mantenere, paura di annacquare a dismisura idee già troppo diluite.
Come se non bastasse l’idea che ho sempre avuto è che un partito nuovo, così dirompente nel suo cambiamento, non potesse nascere dentro una segreteria, senza minimamente tener conto, o al più veicolando, l’opinione degli elettori. Può nascere un nuovo soggetto che per grandezza e importanza è destinato a diventare il primo partito italiano di gran lunga, solo per convenienza elettorale, o per seguire un vento soffiato più dai politici stessi che dalla gente?
No, mi dicevo.
Mi è capitato di leggere ogni tipo di giustificazione per alimentare il consenso a questo progetto. Ultimamente Massimo D’Alema in un intervista ha dichiarato che perfino Berlinguer vedrebbe con favore il P.D., in quanto fautore negli anni settanta del compromesso storico tra PCI e DC.
Disastroso pensiero di fine serata, oltretutto rivolto ad entità inesistente più della citata aureocrinita.
Ormai ci sono caduto, ho pensato, e provo a completare il noioso ragionamento, che di seguito traduco in scritto.
Inizialmente nutrivo molti dubbi e mi sono sentito istintivamente contrario al nuovo partito. Radici, storia da mantenere, paura di annacquare a dismisura idee già troppo diluite.
Come se non bastasse l’idea che ho sempre avuto è che un partito nuovo, così dirompente nel suo cambiamento, non potesse nascere dentro una segreteria, senza minimamente tener conto, o al più veicolando, l’opinione degli elettori. Può nascere un nuovo soggetto che per grandezza e importanza è destinato a diventare il primo partito italiano di gran lunga, solo per convenienza elettorale, o per seguire un vento soffiato più dai politici stessi che dalla gente?
No, mi dicevo.
Mi è capitato di leggere ogni tipo di giustificazione per alimentare il consenso a questo progetto. Ultimamente Massimo D’Alema in un intervista ha dichiarato che perfino Berlinguer vedrebbe con favore il P.D., in quanto fautore negli anni settanta del compromesso storico tra PCI e DC.
Per dirla alla maniera dei bolsi...ma che c’entra caro D’Alema!
Perchè scomodare personaggi di altra epoca, le cui mosse politiche avvennero per motivi precisi e ben diversi da quelli di oggi? Non credo si possa paragonare l’Italia degli anni 70 in cui, giusto o sbagliato che fosse, l’accordo in questione seguiva stagioni insanguinate e difficili e forse portava con se l’intenzione di arrivare ad un unità nazionale per evitare spinte antidemocratiche o derive violente.
L’accordo tra Ds e Margherita per confluire nel P.D. segue una spinta per arrivare ad una casa liberal democratica che superi il concetto attuale di centro sinistra. Questa, quantomeno, è l’idea della Margherita che non vuol sentir parlare del Partito Socialista Europeo. In secondo luogo credo ritengano utile l’operazione da un punto di vista elettorale potendo, la nuova forza, calamitare meglio i moderati e fungere da traino per la coalizione. Nei giochi politici è diverso avere due partiti dal 15% che averne uno dal 30%.
In questa logica ecco che vedo più con favore il partito Democratico. Linea politica più chiara, capacità di traino e argine contro divisioni e fughe dei centristi verso l’altro polo. Sarebbe come segnare un confine. Salti del fosso a quel punto avrebbero solo carattere personale senza la capacità di spostare voti. E il Mastella si potrebbe lasciarlo libero di cavalcare i verdi prati della CDL.
Forse il Partito Democratico è l’ultimo tram, per rimanere in tema, per proseguire verso il cammino del bipolarismo in stile anglosassone, soluzione difficilmente percorribile in Italia, paese di tradizione proporzionalistica e dalla classe politica attaccata al cadreghino, difficile da accasare in un grosso contenitore. Una grande casa che potrebbe spingere anche la CDL a seguire la stessa strada, dando corpo a due formazioni più moderate, che tagliando fuori le frange estreme, governino il paese nella logica dell’alternanza, senza gli istrionici isterismi di questi ultimi anni. Chissà…
A quel punto arrivato sotto casa, sono sceso dal tram, e mi sono avviato alla tastiera da dove sto scrivendo queste righe.
Abbiate pietà per la mia pazzia, prometto che domani non penserò a nulla, e assecondatemi scrivendo la vostra opinione in proposito.
Alla prossima
8 commenti:
Il nome "partito democratico" non mi piace, puzza troppo di merda americana.
Però trasformare l'Ulivo in un partito ( lo chiamino come vogliono, anche Giovanni o Berenice al caso, ma non "democratico" per i motivi di cui sopra o "riformista" perchè le chiacchiere sulle riforme sanno da sega mentale che fa scappare gli elettori ) è fondamentale.
Se oggi Prodi, legittimato dalle primarie con i NOSTRI voti, avesse alle spalle un partito dal 30%, almeno sarebbe più forte.
Certo, costruirlo è un percorso tortuoso, anche a causa del proporzionalismo sempre vivo nella mentalità del sistema politico italiano e delle tradizioni originarie molto distanti dei partiti che lo dovrebbero formare ( io per esempio gradirei l'adesione al PSE, altri no, vedete come agiscono questi meccanismi ? ).
Però la trasformazione dell'Ulivo in un partito organico s'ha da fare, non vedo altre soluzioni.
Usciamo quindi in mare aperto e navighiamo, anche perchè credo che l'ettorato unionista sia molto più unitario dei partiti, e perchè anche un forte partito di quel tipo avrebbe un certo appeal complessivo.
Un tram o un carrozzone?
tu non stai bene
Questa sera sono un po' provato per cogliere sensatamente questo post....ma è certo che il Pianista ha le allucinazioni elettorali di Fantozzi!
Non sono un grande ammiratore di un possibile partito democratico. Sarà un po' utopistico, ma un partito non è una una squadra di calcio, col presidente che compra un po' di qua un po' di la per avere la più forte. Un partito non si deve costruire a tavolino mettendo insieme gente che insieme non ci sta bene, ma col solo obiettivo di avere più voti.
Grande parte della Margherita nulla c'entra con i DS.
Concordo con Compagno, Margherita e DS hanno poco da spartire. Già i partiti che ci sono adesso fanno fatica a stare uniti con tutte le correnti che girano figuriamoci ad unire più partiti.
Se questa fosse l'unica soluzione per poter restare al governo senza Mastella ben venga.
Non puoi pensare alla gnocca come tutti?? :D
chi io?
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