Anche se il problema è forse superato, vorrei parlarvi del famigerato art. 32 della nuova finanziaria. Come sapete punto spesso l’indice contro i media nostrani ed i giornalisti mediocremente prezzolati, mentre sono un fautore della circolazione delle notizie sul web, grande arma con cui tutti possono informarsi e farsi un opinione su ogni aspetto delle umane sorti. Questo articolo di legge previsto all’interno della Finanziaria 2006, è passato abbastanza sotto silenzio. Quantomeno sotto il silenzio della classica stampa prezzolata nazionale, che da questa legge ha da guadagnarc ie che si accapiglia sui soliti problemi irrisolvibili con dibattiti o articoli preconfezionati o accondiscendenti il padrone di turno. Ecco l’articolo di legge :
Articolo 32. Riproduzione di articoli di riviste o giornali1. All'articolo 65 della legge 22 aprile 1941, n. 633, dopo il comma 1, è inserito il seguente: «1-bis. I soggetti che realizzano, con qualsiasi mezzo, la riproduzione totale o parziale di articoli di riviste o giornali, devono corrispondere un compenso agli editori per le opere da cui i suddetti articoli sono tratti. La misura di tale compenso e le modalità di riscossione sono determinate sulla base di accordi tra i soggetti di cui al periodo precedente e le associazioni delle categorie interessate. Sono escluse dalla corresponsione del compenso le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.».
La legge dice nella sostanza che bisogna pagare per riportare parte degli articoli pubblicati dai giornali o dalle riviste. Un compenso sulle pubblicazioni delle rassegne stampa. Cosa cambia nel mondo del web? Possiamo preoccuparci od è solo un regalino agli editori? Riguarda anche i blog scalcinati come questo, che ogni tanto cita articoli dai siti d’informazione più popolari? E’ un bavaglio alla libera circolazione delle notizie ed alla critica delle stesse, sul web? Riguarda solo i rapporti commerciali tra case editrici ed operatori del settore?
Le opinioni sono contrastanti certo è che mi attendo chiarezza a breve.
Di primo acchito ho gridato allo scandalo, al bavaglio contro la libera circolazione delle idee. Riflettendoci sopra e approfondendo il problema, ho ascoltato anche altre opinioni che vanno nel senso opposto. Quella di Beppe Grillo ad esempio, che sembra entusiasta di questa legge, sostenendo che i giornali irreggimentati avranno si qualche compenso in più, ma i loro articoli diciamo plasmati, circolando di meno faranno meno danni.
Sicuramente molte associazioni no profit, che riportano notizie su internet per la loro attività, si sono mobilitate, e credo che tra i molti emendamenti della finanziaria ce ne sia anche uno che modifica questo punto. Non ne ho la certezza, anzi chiunque ne sappia di più faccia un fischio, ma l’allarme dovrebbe essere rientrato.
Due cose però mi sono chiare in questo mare di dubbi. La prima è che nell’epoca di internet una legge del genere mi pare confusa, aggirabile facilmente e anti storica seppur forse in buona fede. Ripeto spero e credo pur non avendone la certezza, che si sia posto rimedio ma il fatto rimane.
La seconda è che forse l’intenzione del legislatore non era quella di imbavagliare i blog, quindi inutile gridare allo scandalo, però un aiutino ai soliti noti editori della grande stampa Italica, quello si. Allora come difenderci?. Non comprando più i soliti quotidiani ma approfondendo argomenti in altro modo.
Articolo 32. Riproduzione di articoli di riviste o giornali1. All'articolo 65 della legge 22 aprile 1941, n. 633, dopo il comma 1, è inserito il seguente: «1-bis. I soggetti che realizzano, con qualsiasi mezzo, la riproduzione totale o parziale di articoli di riviste o giornali, devono corrispondere un compenso agli editori per le opere da cui i suddetti articoli sono tratti. La misura di tale compenso e le modalità di riscossione sono determinate sulla base di accordi tra i soggetti di cui al periodo precedente e le associazioni delle categorie interessate. Sono escluse dalla corresponsione del compenso le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.».
La legge dice nella sostanza che bisogna pagare per riportare parte degli articoli pubblicati dai giornali o dalle riviste. Un compenso sulle pubblicazioni delle rassegne stampa. Cosa cambia nel mondo del web? Possiamo preoccuparci od è solo un regalino agli editori? Riguarda anche i blog scalcinati come questo, che ogni tanto cita articoli dai siti d’informazione più popolari? E’ un bavaglio alla libera circolazione delle notizie ed alla critica delle stesse, sul web? Riguarda solo i rapporti commerciali tra case editrici ed operatori del settore?
Le opinioni sono contrastanti certo è che mi attendo chiarezza a breve.
Di primo acchito ho gridato allo scandalo, al bavaglio contro la libera circolazione delle idee. Riflettendoci sopra e approfondendo il problema, ho ascoltato anche altre opinioni che vanno nel senso opposto. Quella di Beppe Grillo ad esempio, che sembra entusiasta di questa legge, sostenendo che i giornali irreggimentati avranno si qualche compenso in più, ma i loro articoli diciamo plasmati, circolando di meno faranno meno danni.
Sicuramente molte associazioni no profit, che riportano notizie su internet per la loro attività, si sono mobilitate, e credo che tra i molti emendamenti della finanziaria ce ne sia anche uno che modifica questo punto. Non ne ho la certezza, anzi chiunque ne sappia di più faccia un fischio, ma l’allarme dovrebbe essere rientrato.
Due cose però mi sono chiare in questo mare di dubbi. La prima è che nell’epoca di internet una legge del genere mi pare confusa, aggirabile facilmente e anti storica seppur forse in buona fede. Ripeto spero e credo pur non avendone la certezza, che si sia posto rimedio ma il fatto rimane.
La seconda è che forse l’intenzione del legislatore non era quella di imbavagliare i blog, quindi inutile gridare allo scandalo, però un aiutino ai soliti noti editori della grande stampa Italica, quello si. Allora come difenderci?. Non comprando più i soliti quotidiani ma approfondendo argomenti in altro modo.
Inoltre mi pongo sempre una domanda. Ammettiamo che questa volta il pericolo bavaglio ai blog sia scampato, come credo, ma fino a quando? Fino a quando una società come questa che ha tutto sotto controllo e, seppur dolcemente, ci narcotizza in continuazione, permetterà che idee e opinioni circolino così liberamente e gratuitamente su internet? Nessuno ne vorrà approfittare guadagnandoci maggiormente? Nessuno ci chiuderà i rubinetti? Secondo me succederà….
Alla prossima.
18 commenti:
Letta così non è nemmeno detto che sia scampato il pericolo per i nostri blog. Mi pare assurda come, assolutamente assurda. Qualunque sia lo scopo è una stronzata, no?
Ke bello tra poco non potremmo nemmeno più parlare..
Vedrai ke la prima cosa ke faranno è colpire i pesci piccoli, ovvero noi poveri pirla, che ci permettiamo di scrivere le nostre opinioni sui nostri blog..
Cmq vai tranquillo..non è una stronzata..di più..
La tua osservazione non è pertinente e ti spiego il perchè.
1) E' lecito fare una rassegna stampa, sia orale che scritta;
2) è lecito riprodurre i filmati di un TG di un'altra rete per spiegare una notizia, purchè sia citata la fonte e il trailer non sia più lungo di un certo tempo e non sia essenziale per costruire in toto il programma televisivo, altrimenti è appropriazione indebita;
3) è lecita la trasmissione di Enrico Ghezzi su RAI 3, Blob, per gli stessi motivi espressi al punto 2;
3) è lecito riportare un articolo di giornale purchè sia citata chiaramente la fonte;
4) non è lecito riprodurre, anche citando la fonte, se questa azione produce reditto diverso da zero: se il tuo blog ti rende zero e citi chiaramente l'autore dello scritto a cui ti riferisci non devi null'altro all'autore se non l'onore di averlo citato.
Il tutto rientra nel codice di proprietà intellettuale che fa riferimento al codice di procedura civile.
La legge da te riportata è fumosa e ha diverse altre leggi più recenti che la contraddicono o la limitano.
Un pazzo si metterebbe a chiedere un risarcimento sulle basi di quella legge....e poi, se il reddito di profittamento è uguale a zero, non può neppure chiedere il risarcimento danni: il risarcimento morale è escluso ogni qualvolta venga citata la fonte.
Al Convenuto non accade nulla, l'Attore fa incazzare il giudice e paga anche le spese processuali....
soyuz, guarda che quella legge è entrata in vigore con effetto immediato da quindici giorni, ed ha aggiornato la vecchia sul copyright che tutelava chi riportava articoli citandone la fonte.
Il fatto che mezza Italia si sia allarmata, che molte associazioni no profit abbiano raccolto firme, a che pare che questo articolo venga cambiato nella versione finale della finanziaria, domostra che qualcosa lo cambiava. Mi sa che tu su questi atgomenti sei eccessivamente ottimista sulle qualità umane.
Ad ogni modo,passata questa piccola acquazone, la vera domanda è...cosa succederà tra qualche anno, quando a qualcuno non converrà più che esistano blog gratuiti?
Ah...ma allora la Legge è fresca fresca? Allora mi devono spiegare come sostituiscono le normative del codice civile sulla Proprietà Industriale e intellettuale.
Comunque, se il profittamento è uguale a zero il risarcimento sarà uguale a zero...e ti dico che un giudice medio certamente si incazza e fa pagare le spese processuali all'Attore.
Ma chi ha redatto questa legge così intelligente?
Sembra roba da leghista.....
Se un giorno, accedendo al tuo blog, troverò la scritta "censored", vorrà dire che avevi ragione.
Quando a qualcuno non converrà più che esistano blog gratuiti, diverranno a pagamento. Semplice, no?
Privatizzeranno anche l'aria, non solo l'H2O.....Beh, chi se ne frega: se mi "taglieranno" l'aria, morirò soffocato....
"Fino a quando una società come questa che ha tutto sotto controllo e, seppur dolcemente, ci narcotizza in continuazione, permetterà che idee e opinioni circolino così liberamente e gratuitamente su internet?".
Mmmhhh......ripensandoci, non è poi vero che le idee circolino gratutitamente: io spendo 25 euro al mese per internet.
Sembra roba da leghista?! Ma al governo non c'è la sinistra...
P.s. Bello liberalizzare settori legati al centro-destra (Taxi, farmacie, notai..ecc..) mentre assicuriamo continui introiti agli editori amici (Repubblica-L'espresso), a discapito della libertà di informazione.
Le leggi italiane del codice di procedura civile non mi hanno mai preoccupato perchè c'è sempre una legge parallela che dice l'esatto contrario.
Dove sta il problema?
Le leggi si fanno tanto per riempire la Gazzetta Ufficiale, poi, quando e se la Cassazione se ne accorge, vengono cancellate.
Come ci sono i timorati di Dio ci sono anche i timorati laici che si lasciano impressionare dalle Leggi dello Stato: inoltre avere timore delle Leggi italiane è come credere che la masturbazione fa diventare ciechi e fa crescere i peli sul palmo delle mani.
@ bolso: certo,noi paghiamo già tutto questo con i canoni di abbonamento al probvider di turno, con i continui nuovi software che non girano con pc obsoleti ecc. E' un po' come la storia della pirateria, di cui potremmo anche parlare. Fingono di chiudere un occho perchè i soldi entrano lo stesso da altre porte. Comunque quando tasseranno l'aria, ci penserò io ad autoprodurmela....
@ teo: ultimamente mi sono piaciuti molto i tuoi interventi, sempre ben argomentati. Questo però è da tifoso ultrà. Destra, sinistra...il problema dell'editoria in Italia è grosso, finchè stiasmo al gioco delle parti (la stampa rossa, ecc) non faremo che il loro gioco. Mi dicono che a roma "Il giornale" pur di dimostrare un certo numero di tiratura e di ricevere il contributo statale, regala le copie ai metro, gettandole per terra, oppure esce gratis insieme ad altri quotidiani. Quindi quando parliamo di padroni da servire (per i giornalisti) o di contributi a pioggia, possiamo tranquillamente fare di tutta l'erba un fascio. L'unica eccezione, è guardacaso il Manifesto, giornale di sinistra, dove il direttore prende come il magazziniere, non riceve contributi e guarda caso sta per chiudere i battenti
Sicuramente è un regalo vergognoso agli editori ( io lo chiamarei una "marchetta", e poi quanti di questi editori sono editori puri ? Parliamone ), e poi magari sotto sotto c'è anche l'idea di censurare internet, senza avere i coglioni di farlo con una legge in modo evidente ma, molti italianamente, con una apparentemente neutra norma amministrativa.
Sì, perchè in un sistema italiano chiuso, corporativo e feudale, anche in politica, internet è chiaramente un nemico, per la circolazione di idee e la possibilità di uscire dagli angusti confini italioti, che si cerca di demonizzare in tutti i modi se ci fate caso.
Riprendendo i sondaggi di Pagnoncelli a Ballarò, chiedo a tutti i frequentatori di questo blog, di destra o sinistra che siano, siete soddisfatti dei vostri eletti ? Alle prossime elezioni vorreste gli stessi uomini o qualcosa di diverso ?
Autoprodursi l'aria? Scoreggiando? Per quanto mi riguarda, rischierei l'embolia!
Meglio sarebbe respirare HCN....
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