26 novembre 2006

Flags of our fathers



Titolo originale: Flags of Our Fathers.
Usa 2006
Genere: Guerra, storico
Durata: 132 min.
Regia: Clint Eastwood
Interpreti: Ryan Phillipp, Jesse Bradford, Adam Beach, Jonh Benjamin

Voto del Pianista: 8-

Vi mancavano le mie recensioni? No? Beccatevi questa, del resto un film sulla seconda guerra mondiale non potevo certo lasciarmelo sfuggire. Parlando poi di una pellicola di Clint Eastwood, artefice ultimamente dei bellissimi Mistic River e Milion dollar baby nutrivo grande curiosità, ovviamente soddisfatta alla grande dal sempreverde, anzi sempre più verde Clint.
Questo è un bellissimo film di guerra raccontato con amaro cinismo che alla leggenda e alla mitizzazione preferisce anteporre la storia dei morti, della propaganda, degli uomini e ci lascia dentro una certezza. La guerra è una tragedia che non abbandona mai nel tempo i suoi protagonisti.
Il motore della storia è la famosissima foto che venne scattata durante la Battaglia di Iwo Jima nel Febbraio 1945, che ritraeva sei soldati americani uniti nello sforzo di innalzare la bandiera a stelle e strisce, sopra il monte Suribachi, teatro di un aspra e sanguinosa battaglia. Quell’ immagine divenne un simbolo al di la dei suoi meriti, perchè fece subito il giro dell’America ben pompata dai media e dal mondo politico che dovevano sostenere un paese in difficoltà. La foto ebbe un incredibile effetto “mediatico” come usa dire oggi, e divenne il simbolo dell'orgoglio americano, riuscì a risollevare lo spirito di un popolo e della Nazione e portò nuova speranza oltre che il denaro necessari per una possibile vittoria finale.
Ma cosa c’è dietro a questa foto? E prima? E dopo? Cosa venne tenuto nascosto per non intaccare l’eroismo di facciata che serviva ai politici per richiedere ai cittadini Americani dei fondi per finanziare l’ultima parte della guerra? Il buon Clint ci regala una storia sulla finzione dei media, sul cinismo dei politici sul potere che hanno sulla gente, e ci regala una storia sul razzismo, le diversità, la solitudine, le promesse non mantenute. Quello che ci regala è anche un bel film di guerra molto teso e avvincente, ma anche amaro e autocritico.
La guerra sta volgendo al termine e l’America è in difficoltà finanziaria oltre che morale. Gli unici tre sopravvissuti alla battaglia, protagonisti di quella foto, sono costretti loro malgrado ad intraprendere un tour promozionale per la raccolta di fondi, esibiti in pubblico come gli eroi di Iwo Jima, quasi fossero macchiette. Conta la forma, non la sostanza e nessuno tra i politicanti si cura di restituire una vita ai tre soldati o di ricordare i morti, e magari i veri eroi, di quella battaglia, o di eventuali scambi di persona, o di una prima vera bandiera poi sostituita da quella immortalata quasi casualmente, o del fatto che quando fu scattata la foto la battaglia era solo all’inizio ed infatti molti protagonisti morirono nelle ore e nei giorni successivi. La bandiera fu issata all’inizio della battaglia e divenne il simbolo della conquista del monte, ma la battaglia terminò quasi un mese dopo, quando molti protagonisti, erano morti e dimenticati sul quel maledetto isolotto.
Attraverso i ricordi dei tre reduci vengono presentate le scene di battaglia ben girate e di grande impatto visivo, con un ottimo montaggio ed un ottimo uso della camera che riesce a regalare un grande impatto visivo ma anche emotivo anche grazie all’uso particolare dei colori e delle sfumature. Si intersecano le crude scene forti della guerra al piatto e lento viscidume della politica e di un America vogliosa di eroi per continuare la battaglia ed arrivare fino in fondo.La ricostruzione è fedele, quasi fredda ed impietosa nei confronti di un paese , capace di osannare un soldato pellerossa come un eroe ed un minuto dopo non permettergli l’ingresso in un bar a causa del colore della sua pelle.
Questa è la guerra secondo Clint, un ottimo film ben più intenso e di spessore rispetto al soldato Ryan di Spilberg, quindi una sbirciatina vale veramente la pena. Voto 8-.
Alla prossima

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Evidentemente clint non è più quello del sergente gunny.....

Appena lo daranno in tv, non me lo lascierò sfuggire.

Magari, poi, comprerò il dvd.....quando costerà meno di 10 euro!

Quindi tra 4 / 5 anni.....se ci sarò ancora (frase imparata dai miei nonni e che ripeto automaticamente, come l'orso ballerino quando sente la musica).

Il Pianista ha detto...

come il bolso ballerino....

Anonimo ha detto...

curiosità:
cosa vuol dire - (8-)?
Quale pelino t'è andato di traverso per non dargli 8?

Compagno di pranzi e cene ha detto...

I - mi hanno sempre fatto incazzare anche a scuola, soprattutto perchè a me venivano quasi sempre aggiunti al 3 o al 4 :-P
Cmq grande film, perfettamente descritto da pianista. Poco altro da aggiungere, consiglio la visione e concordo con il voto, anche senza il -.