04 marzo 2007

Cristic...chi?

Non credo che il Festival di Sanremo abbia molti aficionados nelle poche genti che popolano il mio blog.
Tuttavia quello che è pur sempre il fenomeno nazional popolare più tradizionalmente rindondante ma anche tradizionalmente seguito e dibattuto, ha proposto qualcosa di nuovo. Certo c'era sua Pippità e la presunta guerra con Del Noce. C'era la Michelle ma belle, con le sue rose rosse regalatele da Antonio Cassano, ci sono state polemiche sugli ingaggi e sugli ospiti. Ci si è messo anche Prodi a criticare gli ingaggi troppo alti a Festival concluso (voto 10 al populismo e voto 2 al ritardo di una settimana). Ci sono stati tutti gli ingredienti tradizionali festivalieri ma con un pizzico di novità importante. Le novità sono state rappresentate dalle canzoni, alcunedelle quali con testi molto belli, e temi impegnati. Le due canzoni vincitrici, sia tra i giovani che tra i big, ne sono la dimostrazione. Sono le uniche due che ho ascoltato più di una volta non avendo seguito se non a ritmo scarsamente maculato le imprese televisive.Forse da questa edizione amore non farà più rima con cuore, ma con impegno. La canzone vincitrice di Simone Cristicchi, cantautore che non conoscevo prima di oggi, ha un bellissimo testo molto forte. Non è facile parlare di pazzia con questa delicatezza. Non è facile terminare una canzone con un suicidio. Almeno a Sanremo.
Ecco il testo, alcune parti sono intensissime.




Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel '54 e vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant'anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perché non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un'emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare
Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
L'accordo dissonante di un'orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto perché ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste cura
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio... misurate le distanze
E guardate tra me e voi... chi è più pericoloso?
Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cllniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l'ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita son vent'anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un'emozione?
Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare.
(Simone Cristicchi - Ti regalerò una rosa)
Alla prossima

5 commenti:

SOYUZ1968 ha detto...

Anche quest'anno non ho visto Sanremo: l'ultima edizione che ho guardato è stata quella in cui vinse una delle muse di Battiato, Alice, con "Per Elisa", più di 25 anni fa.

Sui quotidiani si parla di un San Remo quest'anno impegnato, in un periodo dove l'impegno e le critiche socio-politiche in senso sociale impegnato vengono da Pippo Baudo.

E' l'inizio della fine di una società che ormai non riesce più ad articolare un pensiero critico compiuto.

Sì...vabbè...sembro uscito da Ecce Bombo, quasi trent'anni dopo......

vlaste ha detto...

Peccato che al secondo posto sia arrivato quel pezzo di palta di Albano. Bravo Cristicchi! Quello di Fabrizio Moro non sarà paraculismo, però? Lo si potrebbe dire anche di Cristicchi, se non fosse che oltre a questa bella canzone ci sia alle spalle un progetto abbastanza complesso incentrato sullo stesso tema...

Johnny ha detto...

Credo che il bello di questa canzone nasca dal fatto di aver vissuto in prima persona queste esperienze. Lo stesso Cristicchi ha detto di aver un amico matto e di esserlo andato spesso a trovare e ha fatto anche un ottimo lavoro di documentazione sui cim.

Compagno di pranzi e cene ha detto...

Entrambe le canzoni vincitrici mi sono piaciute molto. In una canzone il testo vale, secondo me, l'80%.
Bellina anche la Paranza :-D stupida ma divertente.
Non ho seguito molti il festival, ho guardato le ultime due ore sabato quando son tornato dallo stadio, quindi non posso dare un giudizio complessivo. Le canzoni però non erano devastanti.

vlaste ha detto...

La paranza sarà il tormentone dell'estate 2007 (forse)... avete sentito il testo di concato? ho sentito che parla del lavoro precario...