Titolo: Il colore della libertà - Goodbye Bafana
Germania/Belgio/Sud Africa/G.B./Lussemburgo 2007
Regia: Billie August
Cast: Joseph Fiennes, Dennis Haysbert, Diane Kroger
Voto del Pianista (incattivito): 6.5
Ci sono film che si ricordano più che per la qualità artistica e tecnica, per le emozioni che ti lasciano e per il messaggio che può aiutare a capire meglio alcune dinamiche e alcuni modi di ragionare presenti ancor oggi.
Questo è uno di quelli. Un film che ci ricorda come i destini comuni di tutti noi su questo pianeta dovrebbero appianare discriminazioni di ogni genere.
Questo è uno di quelli. Un film che ci ricorda come i destini comuni di tutti noi su questo pianeta dovrebbero appianare discriminazioni di ogni genere.
Dopo un lungo silenzio e qualche mezza delusione cinematografica – Hollywoodland (6+), Morte di un presidente (6), Intrigo a Berlino (5.5) - torno con una critica personale in una veste un pochino più cattiva. Credo che questo film meriti questo uno sforzo.
Lo sfondo è il Sudafrica dell’apartheid cin quello che ne consegue. La storia di Nelson Mandela vista dagli occhi del suo carceriere, dal 1968 al giorno della sua liberazione. James Gregory arriva come guardia addetta alla censura nel carcere speciale di Robben Island. Le convinzioni sue e di sua moglie Gloria sono decisamente a favore dell'apartheid. A Robben Island avrà modo di conoscere Nelson Mandela che progressivamente gli farà mutare atteggiamento nei confronti dei neri, tanto che verrà allontanato dal suo servizio e metterà a repentaglio la sua carriera. Poi la storia del film e del Sudafrica farà il suo corso verso un nuovo paese e un nuovo Gregory.
Il film, toccante e incisivo, ha alcuni difetti. Condensando in due ore quasi trenta anni di storia del Sudafrica, tende a limare troppo certe sfumature semplificando motivazioni e azioni mentre accentua forse eccessivamente le peculiarità dei diversi personaggi con situazioni, dialoghi e recitazione un pochino troppo esplicite. Il film rispetta tutti i canoni di questo genere e per farlo sconfina a volte nell’ovvietà e nella troppo netta demarcazione bene-male, con repentini ravvedimenti. Tuttavia questo film ha un grande merito. Racconta un periodo di storia recente che dovrebbe sempre rimanere impresso nella memoria, soprattutto di chi non ha vissuto ancora, ma forse potrebbe vivere in futuro, storie di integrazione e di civile convivenza. Ritornando al caldo tema dei giovani che seguono la De filippi e vivono con una protesi chiamata cellulare, io propongo di proiettare questa opera nelle scuole. Per conoscere, per ricordare. Non è un capolavoro ma potrà avere una grande importanza. Ovviamente al Cinema oltre a me e al Compagno ho visto solo vecchietti o quasi. Forse gli under 30 erano qualche metro più in la, fuori dalle messaggerie musicali…..
Il film, toccante e incisivo, ha alcuni difetti. Condensando in due ore quasi trenta anni di storia del Sudafrica, tende a limare troppo certe sfumature semplificando motivazioni e azioni mentre accentua forse eccessivamente le peculiarità dei diversi personaggi con situazioni, dialoghi e recitazione un pochino troppo esplicite. Il film rispetta tutti i canoni di questo genere e per farlo sconfina a volte nell’ovvietà e nella troppo netta demarcazione bene-male, con repentini ravvedimenti. Tuttavia questo film ha un grande merito. Racconta un periodo di storia recente che dovrebbe sempre rimanere impresso nella memoria, soprattutto di chi non ha vissuto ancora, ma forse potrebbe vivere in futuro, storie di integrazione e di civile convivenza. Ritornando al caldo tema dei giovani che seguono la De filippi e vivono con una protesi chiamata cellulare, io propongo di proiettare questa opera nelle scuole. Per conoscere, per ricordare. Non è un capolavoro ma potrà avere una grande importanza. Ovviamente al Cinema oltre a me e al Compagno ho visto solo vecchietti o quasi. Forse gli under 30 erano qualche metro più in la, fuori dalle messaggerie musicali…..
Il voto è un 6.5 sotto l’aspetto tecnico/qualitativo ma lo consiglio comunque vivamente per la bellezza della vicenda raccontata. Considerate altresì che il soggetto prende forma partendo da presupposti autentici. James Gregory è realmente esistito, è morto di cancro nel 2003 e la sceneggiatura è tratta dal libro delle sue memorie. Motivo in più per interessarsi a questa produzione.
alla prossima

8 commenti:
questo genere di film mi piace sempre moltissimo.
dal punto di vista critico non è certo perfetto ma che importa, la storia è interessantissima e cmq ben raccontata.
Una vicenda assurda ma purtroppo che è perdurata fino a non troppi anni fa...bisogna pensarci su...
Ricordo che ai tempi del Liceo ho assistito alla proiezione, sponsorizzata dalla scuola, del kolossal "Gandhi", appena uscito nelle sale cinematografiche: film davvero molto bello, forse troppo perfetto....
Questo è certamente un altro film da proiettare per i ragazzi delle scuole.
Io, ai tempi del Liceo, avrei anche proiettato in classe il film "Christiane F. Noi ragazzi dello Zoo di Berlino".......ma si sa, io sono sempre troppo avanti....
Ma Joseph Fiennes è parente di Ralph, giò visto in molti altri film tra cui Schindler's List?
Non ho visto il film ma come attore ho apprezzato molto Dennis Haysbert nella BELLISSIMA serie tv "24", in cui interpretava il Presidente degli USA David Palmer.
Ecco...invece di andare a vedere il popolo dei minimei vai a vedere questo :-D
Anzi...invece di andare a "Un ponte per Terabithia"... :-D
quando ho voglia di piangere guardo Studio Aperto =D
sei MONOGENERE!! :)
E cmq entrambi sono molto belli... Arthur l'ha scritto e diretto un certo Luc Besson... non so se lo conosci =D
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