21 settembre 2008

Sabet


Ieri mi sono immerso nella realtà di Mantua, uscendo sempre più convinto che sia una tra le più belle città d'Italia.

Patrimonio mondiale nell'Unesco, la città di Virgilio e dei Gonzaga, la città in cui visse Mantegna per molti anni, regalando opere magnifiche, trasuda storia, cultura, palazzi e piazze magnifiche, senza disdegnare l'aspetto più importante. La qualità della vita.

Sotto i portici del centro, tra un caffè e un vicoletto, lo stuscio si adagia con ritmi blandi e rilassati come piace a me.

Non posso però dimenticare l'aspetto più tonificante che vado sempre a cercare in ogni mia peregrinazione fuori porta. L'aspetto culinario. Quindi al bando Matilde di Canossa e apriamo il cuore ai maccheroncini con lo stracotto assaporati al ristorante e ai tortelli di zucca comprati in pastificio consigliato dall' amica sciura mantovana, logorroica assai.

Ma tra i tortelli di zucca di Mantova e quelli di Reggio Emilia potrebbe aprirsi qui una faida interminabile. Fuoco alle polveri.

alla prossima

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Più che faida, polemica sterile... :-)

Anche perchè, a mio parere date le mie origini, i veri "caplett ad succa" sono della bassa modenese...

Johnny ha detto...

Non diciamo eresie, casoncelli con la zucca bresciani sono imbattibili

Anonimo ha detto...

Mi permetto di far presente che esistono anche i cappellacci di zucca ferraresi, che sono buonissimi.
Faccio una polemica sterile : pianista evita il dialetto nei post.

Il Pianista ha detto...

uha, uha, esatto, la tua è una polemica sterile, anzi sterilissima

Anonimo ha detto...

Attizzo la polemica: voi li avete solo degustati, io li ho visti fare (in casa, sul tagliere) prima di papparmeli...

Il Pianista ha detto...

intendevo che era sterile la polemica di rugbysta, insomma che intreccio di sterilità non capisco nulla.
Viva i tortelli mantovani e la busecca (osti ho usato il dialetto)

Johnny ha detto...

Mia mamma li fa lei dalla pasta al ripieno e talvolta ho aiutato a farli anche se la parte migliore è mangiarli