16 aprile 2009

I veri oltraggi

Sono sempre più desolato.

Sono quasi convinto che si stia correndo a capofitto verso un Paese dove si cerca di forgiare un popolo sotto un pensiero unico dominante, dove è quasi delittuoso fermasi un attimo a pensare, non dico a dissentire.
In modo certo morbido, lento, quasi simpatico per alcuni, ma per questo con un effetto ancor più netto, subdolo e pericoloso.

I media compiacenti si ritagliano un ruolo fondamentale in questa deriva all’amatriciana, media che invece di ottemperare al loro ruolo di contrappeso e di inchiesta contro il potere politico ed economico, preferiscono adagiarsi in un compiaciuto gioco di sponda.

Mi ha sempre rattristato notare quanto mediamente i compaesani nostri sguazzassero nell’Italianità. Da sempre.
Il Paese dei furbetti, il Paese della mano che lava l’altra, il Paese delle polemiche sterili, il Paese dell’omertà, il Paese del cittadino che auspica legge e ordine quando tocca il vicino di casa ma poi cerca la scappatoia quando a rigare deve essere lui. Il paese dell’arte dell’arrangiarsi, il paese che si sveglia solo nell’emergenza ma dorme sonni profondi quando deve prevenire, fatica inammissibile, il paese delle menzogne che non vengono a galla, il paese delle ovvietà che non trovano soluzione, il Paese del sopravvivere e non del vivere.

Questi tocchi di piccola Italianità fatico a bilanciarli, ma è questione di opinioni, con i lati positivi che sicuramente son presenti ma che assumono ormai il ruolo da grottesca maschera della commedia dell’arte. Almeno nella mia testa non credo basti più essere considerati dei viaggiatori, dei poeti e degli artisti se poi ci si guarda le punte dei piedi mentre il mondo va avanti.
Siamo simpatici, siamo estroversi, sappiamo goderci la vita, siamo generosi più di altri forse è vero ma sono caratteristiche stilizzate come in quell’antica forma teatrale nata appunto nello stivale. Come tanti Arlecchini o Pulcinella nulla più.

Credevo ci si fermasse qui, che dentro a questo Paese con difetti e virtù bisognasse solo imparare o viverci, invece in questi ultimi anni stiamo peggiorando sfiorando confini comportamentali e sociologici da avanspettacolo.
Sto assistendo ad una lenta narcotizzazione ad una deriva qualunquista ma ancor peggio menefreghista che non mi sarei mai aspettato.
Non pensavo che gli Italiani potessero in pochi anni assopirsi dietro a quattro slogan e a due soldi da mettere in saccoccia.

Che sia più semplice seguire gli esempi sbagliati, o ascoltare i bisogni più bassi, o aspettarsi le risposte più semplici senza troppo approfondire può anche essere capibile in questo mondo che corre ad un ritmo folle e poco tempo ti lascia per pensare.
Che si sia bombardati da molte direzioni che stimolano più la pancia che la testa, e che sia quindi difficile scegliere e distinguere è altrettanto capibile.

Ma quando il raggiro narcotizzante è così esplicito e ridondante, quando poi viene orchestrato da venditori di tappeti, da nani e da ballerine che parlano ma che ben poco hanno da dire e nulla avrebbero rappresentato in tempi passati un tantino più seri di questi, quando non puoi non accorgersi che la ruota gira al contrario di come dovrebbe, che l’incredibile diventa credibile, il bianco diventa nero come la notte, che l’assurdo diviene plausibile ci si deve fermare.

Anche i più dormienti o i più offuscati dal tifo e dall’auto alimentazione da pubblicità regresso, devono capire che c’è un limite da non valicare, un limite che può anche essere quello della decenza e che quando si passa dall’indecenza difficilmente si torna indietro.

Guardiamo ad esempio il terremoto dell’Abruzzo e alle sue conseguenze mediatiche.
Io ho assistito, poco perché non volevo partecipare troppo a questo voyeurismo da tragedia, ad una serie incessante di situazioni contrarie a quello che avrei voluto vedere. Peccato però che i media plaudenti e il popolo un pochino ipocrita non la pensino come me.

Dunque accade la tragedia.
Sfilata di politici con caschetto da pompiere, ovviamente con “quello” immancabile che ha aperto la strada. Lacrime confezionate e promesse ad uso televisivo. Non succederà mai più, fino alla prossima volta.

Programmi lacrimosi a tambur battente dalla mattina alla sera a reti unificate, con pseudo inviati ad infilarsi tra le pieghe del dolore con domande imbarazzanti che avrebbero meritato solo una risposta. Un cazzotto sul grugno ben tirato dal terremotato di turno nei confronti del giornalista e mi scusino i veri giornalisti se uso questo termine invano.

In mezzo raccolte di fondi e donazioni che spuntano ovunque come funghi dopo un giorno di pioggia, utili quasi a lavarsi la coscienza per la tragedia che si sarebbe potuto forse attutire, non evitare certo, in un Paese più serio.
Come siamo bravi e generosi, come siamo attenti, come è stato pronto ad intervenire il governo – ma cosa avrebbe dovuto fare per “intervenire male” non far partire i soccorsi e lasciare tutti sotto le macerie? - è uscito l’orgoglio degli Italiani e via di rimando nei tg e nei programmi tutti.

I pochi che hanno osato chiedere di più al loro mestiere di giornalista, - magari sbagliando nei toni e nei tempi ma non è questo il punto - subito tacciati di disfattismo, di sciacallaggio, di oltraggio e subito tutti scandalizzati a chiedere epurazioni dalla RAI e ottenere sospensioni di vignettisti.
Ecco che è uscito il solito coro del “Basta con questi Comunistoni che infestano il meraviglioso mondo di Amesilviè” e che, aggiungo io, osano approfondire, porsi domande e magari dissentire.
Ripeto magari sbagliando, magari da brutti sporchi e antipatici, ma che certo devono aver diritto di parola, anche perchè la loro parola vale. O no? Forse no.
Infatti anche la satira per carità libera deve essere ma solo alle loro condizioni. Mica deve essere tagliente altrimenti il ministro di turno di offende, vedi quello che è successo martedì sera. Al massimo l’unica satira permessa deve essere quella da Bagaglino.

La cosa che più mi rattrista non è che ci siano politici, giornalisti fruttivendoli che cercano di veicolare le cose nella direzione che a loro fa più comodo.
La cosa che più mi rattrista è che ci stanno riuscendo perché sono convinto che la maggioranza degli italiani imbambolati da slogan e notizie preconfezionate è ormai in perfetta sintonia con questo “modus pensandi”.

Ovviamente tra un mesetto ci dimenticheremo di tutto e continueranno a propinarci i dibattiti sulle riforme istituzionali, sulle date dei referendum, sui testamenti bio-illogici.
E allora dove saranno domando ai politici e ai giornalisti, soprattutto a questi ultimi quando il silenzio calerà sull’Abruzzo e si tratterrà di vigilare sulla ricostruzione, sulle norme di sicurezza, su quei personaggi che speculano sulla vita della gente per qualche soldo in più?
Dove eravate quando si trattava di controllare e fare vero giornalismo di inchiesta denunciando le mancanze di un Paese che raddrizza la schiena solo in caso di emergenza?
Oggi ho letto che dalla protezione civile, non da qualche programma Santoriano con falce e martello, già nel 1999 fecero un censimento di tutti gli edifici a rischio nelle zone sismiche, ma di quel Dossier nessuno se ne occupò.

Altro che lacrime di coccodrillo ed elmetti da pompiere o levate di scudi contro le voci scomode.
Almeno permetteteci di dissentire e non omologarci al pensiero unico narcotizzato dal consumismo pubblicitario e dal perbenismo da anni cinquanta. Permetteteci si mandare a quel paese certi slogan pietosi e certa informazione preconfezionata che blatera senza raccontare nulla, utile solo ad annebbiare le menti di qualche omino o donnicciola un po’ distratta o un po’ stupida, per sua sfortuna.

Scusate il lungo sfogo

alla prossima

3 commenti:

rugbysta sudafricano ha detto...

INTERVENTO INECCEPIBILE.
E' il ritratto spietato di un paese clinicamente morto a cui bisognerebbe avere il coraggio di staccare la spina.

bolso67 ha detto...

E' al mondo intero, coi suoi 6.773.524.987 di abitanti al 15/04/09 - ogni giorno la popolazione mondiale aumenta di una città come padova - che bisognerebbe staccare la spina.

E l'italietta sarebbe la prima a spegnersi...

SOYUZ1968 ha detto...

Pianista....bellissimo pezzo, tra i migliori che hai partorito.....

Un abbraccio affettuoso senza aggiungere altro.