Oggi fingiamo di parlare di politica.
Nel giorno in cui l'ex ministro Scajola non riesce per l'ennesima volta a completare un suo mandato, (sfiga o altro?) e si è giustamente dimesso vi espongo il mio pensiero sinistro riguardo le vicende che stanno attanagliando del predellino delle libertà da qualche settimana.
“Fini o non Fini questo è il dilemma” sembrano chiedersi i nostri eroi dell’opposizione rinchiusi nella teca del sonno profondo.
Ma quali alleanze, ma quali attese. Come giustamente sottolineato dai alcune valide voci, il giovane Renzi ad esempio, è tempo di smetterla nel giocare di rimessa. A destra si lavino ferocemente i panni che hanno da lavare e vediamo che succede. Affar loro. Sempre lontani devono rimanere.
A sinistra si pensi a costruire quel che ancora non c’è, a raccontare qualcosa di nuovo alla gente dispersa, a farsi capire portando un nuovo progetto di società senza continuare unicamente a dirlo sterilmente fermandosi poi a guardarsi le punte dei piedi. Non si cerci il papa straniero tra personaggi che nemmeno hanno preso i voti, non in senso politico intendo.
Detto questo ammetto che fa piacere oltre che effetto vedere menar fendenti ed osservare risse globali tra gli uomini del partito dell’amore.
Gli strali finiani o ancor meglio i colpi di balestra lanciati da Bocchino ogni giorno, l’ultima in una sintomatica intervista rilasciata ieri ad “Anno zero”, con accuse precise che se arrivate da un esterno verrebbero bollate come fandonie comuniste- come accade da 15 anni a questa parte - sono lame di luce che provenendo dall’interno assumono il suono della verità dolce da sentire. Chissà se qualche elettore destrorso non ci è un po’ rimasto destandosi dalla narcotizzazione nell’osservare queste eruzioni vulcaniche intestine.
E’ chiaro che questi sono segnali importanti in un’ottica futura, mentre oggi rappresentano più che altro una guerra interna di posizione. In queste settimane non accadrà nulla. Ma tra un anno?
Consigliando al PD ed alla sinistra tutta di svegliarsi nell’insinuarsi tra le crepe di promesse del governo non mantenute, vedi ad esempio l’abolizione delle province cartina di tornasole lampante, invece che perdersi in giri di valzer e politicismi su leggi elettorali ed alleanze, propongo ai nostri eroi dormienti i due veri punti che potrebbero in futuro provocare sconquassi nella maggioranza più dei lamenti Finiani o delle dimissioni Scajolane.
Uno. La crisi non è finita. Non parlo solo di aziende che chiudono e licenziamenti a iosa e già basterebbe. Parlo del terremoto Grecia ed in parte Spagna e Portogallo. Se l’onda prosegue potrebbero esserci altri Paesi mediterranei sul chi va là. Cioè noi. Pensate che si esagera? Non è ipotesi da scartare perché va oltre le rassicurazioni del governo ( a proposito grandioso il MinzoTG l'altra sera è riuscito, dopo aver distrutto quel comunistaccio di Zapatero, a fare un servizio su un fantomatico “modello Italia” che funzionerebbe talmente bene e meglio di quello degli altri paesi e tutti quindi vogliono prenderci ad esempio) ma si inserisce in giochi mondiali molto grandi.
Vedremo come lor signori tamponeranno la situazione quando e se il casotto esploderà con forza.
Due. Il federalismo fiscale tanto voluto dalla Lega. Proveranno a farlo tra mille distinguo e tirate per la giacca spiegandoci che con questo si risolveranno tutte le Italiche beghe. Forse. Non sono mai stato contrario in un modello perfetto, anzi ritengo il federalismo una forma di governo efficiente e virtuosa. In teoria. Tra la teoria e la pratica Italica ci corre però un mare. Come verrà applicato? Che effetti avrà sulle regioni, molte, che ad oggi non ce la fanno? Inoltre c’è un però che molti ipotizzano e nessuno è in grado di negare, ma che molti ipotizzano. Il federalismo, partendo da una situazione come la nostra che modello perfetto non è, può essere utile e vincente a regime cioè tra molti anni e tra molti sacrifici, ma nei primi anni sarà costosissimo e difficilmente recepibile. Dove troveranno le risorse che mancano perché siamo con le pezze al culo? Quali soluzioni adotteranno? Quando il loro popoletto si accorgerà che di diminuire le tasse – e per loro è l’unica cosa che conta ca va sans dir - non se ne parlerà nemmeno in un sogno, cosa accadrà? E se tutto questo dovesse influire effettivamente sull’applicazione del federalismo stesso , come un cane che si morde la coda, quali saranno le contromosse leghiste?
Ci sarà da divertirsi e non mi meraviglierei se, non oggi per le fregole interne, ma domani o dopodomani per questi due punti da me espressi, il governo dovesse ruzzolare e la legislatura terminare miseramente prima del tempo senza nessun risultato concreto.
Alla prossima
2 commenti:
Hai notato che quando si propone di alzare le tasse per la sanità e di varare una finanziaria pesante da far pagare ai pensionati e dipendenti a reddito fisso che sono notoriamente i soliti maledetti plutocrati che gozzovigliano nello stralusso e nello stravizio, porci! il signor B scompare dalle televisioni e non s'ode nemmeno un ba da parte sua?
Certo SJ hai ragione. Come ho notato la schifosa copertura (nel senso la notizia viene completamente sotterrata) del MinzoTG.
Tuttavia come ho precisto settimane fa, le chiacchere stanno a zero e per il governo e le destre verranno tempi bui.
Questa manovra, dover richiedere rigore agli italiani in luogo delle patetiche promesse su tasse e minchiate varie, e la magafna federalismo, costosissimo e che non riusciranno a fare, segneranno a brebe un inversione di tendenza.
Allons!!!
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