Distraiamoci dallo schifo dello stivale sempre più maleodorante parlando di sport.
Poco da scrivere, giusto per pietà. Un mondiale iniziato sotto i peggiori auspici e sotto il segno del trascinarsi degli eroi del 2006 e terminato nella maniera peggiore, come volevasi dimostrare.
Ora che lo psicodramma italiano è giunto alla conclusione possiamo scrivere con leggerezza dei Mondiali di calcio. Non me ne voglia il popolo dei maxischermi e del volemose bene e siamo patriottici (solo quaando c'è la nazionale)
Poco da scrivere, giusto per pietà. Un mondiale iniziato sotto i peggiori auspici e sotto il segno del trascinarsi degli eroi del 2006 e terminato nella maniera peggiore, come volevasi dimostrare.
Quello che offre il calcio italiano è poco e qui si è visto in tutto il suo grigiume. Quel poco che verrebbe gentilmente offerto ci ha pensato Mr. Lippi ad escluderlo in luogo del perenne ringraziamento del suo gruppo storico. Si sapeva che questa era la Nazionale tecnicamente o forse caratterialmente più povera degli ultimi 40 anni.
Non è bastato un girone ridicolo a risollevarci.
Non è bastato un girone ridicolo a risollevarci.
Nemmeno nel peggior incubo la tracotanza lippaliota poteva immaginare concretizzarsi nel disastro odierno. “Aspettate a parlare alla fine” catechizzava i giornalisti il nostro Mr. Lippi. Ora si può parlare?
Ma vale la pena parlare? Con i morti dietro e con i Pepe davanti ovvio che non si vada da nessuna parte. Gli ultimi cinque minuti di oggi sono lo specchio di questa povera nazionale.
Il ridicolo gol preso su rimessa laterale che nemmeno in oratorio, poi l’unico spunto di classe avuto da uno dei pochi giocatori talentuosi rimasti in rosa (utilizzato ovviamente solo mezz’oretta in tutto il mondiale per non rischiare di far troppo bene) e l’ultima occasione sprecata dall’onesto pedalatore neo bianconero. Questa era l’Italia. Tutto torna. A casa.
Il ridicolo gol preso su rimessa laterale che nemmeno in oratorio, poi l’unico spunto di classe avuto da uno dei pochi giocatori talentuosi rimasti in rosa (utilizzato ovviamente solo mezz’oretta in tutto il mondiale per non rischiare di far troppo bene) e l’ultima occasione sprecata dall’onesto pedalatore neo bianconero. Questa era l’Italia. Tutto torna. A casa.
Ora speriamo di vedere un buon mondiale con spirito sportivo. Fino ad ora non un grande spettacolo, nonostante il clima favorevole. Il livello comunque sta crescendo, con le squadre centro-sud Americane bene in spolvero. Poco dalla logora Europa, ma occhio quando si giocherà al dentro o fuori, nulla dalle squadra Africane. Vedremo da oggi in poi.
Comunque ragazzi, molto più divertente della nostra derelittalia è stato assistere a Wimbledon alla Storica partita tra Isner e Mahut. Alla fine ha prevalso in lungagnone Americano 70-68 al quinto. Undici ore di gioco, ogni record spazzato via. A loro due e non alle Italiche mummie, il mio personalissimo chapeau.
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