29 novembre 2005

Pensateci solo un minuto, grazie !


Oggi sono particolarbente rabbuiato. Tutti i giorni siamo circondati da falsi problemi, da piccole discussioni, da sterili polemiche portate avanti da persone che hanno il freno a mano tirato nell'anima.
Con il dovuto rispetto, vedo troppa gente annegare nel proprio menefreghismo che rischia, giorno dopo giorno, di percorrere una strada vuota non conducente a nulla di minimamente positivo per il prossimo e per se stessi. Perchè?
Prendendo atto che abitiamo tutti su questo piccolo pianeta, dai molteplici drammi giornalieri, non capisco come si possa essere indifferenti a ciò che ci succede attorno, come si possa non saper guardare oltre il proprio naso, naturalmete rigorosamente "ritoccato" da un buon lifting.
I poteri forti e i media hanno una grande responsabilità in tutto questo. Da anni siamo bombardati dal consumismo, dal mondo del superfluo che ha indotto nuovi bisogni nell'occidentale medio, sperduto e colpevolizzato dal non aver ancora dotato il proprio figlioletto dell'ultimo modello di cellulare, o sminuito dal vedere il proprio vicino di casa con il pc multimediale iper reattivo, le scarpe di marca, l'automobile con il frigo-bar o il seno gonfiato.
Ogni giorno milioni di euro vengono spesi in tutto il mondo per alimentare in maniera crescente questo universo effimero con campagne pubblicitarie a tappeto, per non parlare dei milioni spese in guerre da esportazione o in armamenti.
Oltre ai milioni di euro vengono spese anche molte parole, molte righe e molto tempo.

Poco rimane per ricordarci che nel sud del mondo milioni di persone vivono con un atroce quotidianità rappresentata dalla mancanza dell'acqua potabile, dalla mancanza di cibo e delle minime condizioni di decenza sanitaria, dalla piaga dell'Aids che, in Africa per esempio, è ben lontana dall'essere debellata. Di questa quotidianità, tristemente, muoiono. Milioni di bambini muoiono ogni anno nei primi mesi di vita, quelli che sopravvivono non hanno davanti a loro una prospettiva che gli permetta di credere, con un sorriso, nel futuro. Perchè?

Un problema di portata planetaria così dirompente, mi domando, perchè non occupa le prime pagine dei giornali, le prime notizie dei telegiornali, qualche pensiero del politico di turno invece impegnato in "prioritarie"battaglie per le proprie beghe di partito? Rifletteteci.

Se non si smuovono le coscienze dei potenti, proviamo a smuoverci almeno noi poveri,umili ometti. Non rimaniamo passivi al bombardamento di inutilità e pensiamo al fatto che con 1 euro al giorno un bambino del Mozambico, è solo un esempio, può garantirsi tutti quei servizi sanitari,scolastici oltre che di sostentamento, propedeutici ad un fututo migliore per se e per la sua famiglia. Un euro al giorno, pensateci un solo minuto. Alla prossima.

"Vi supplico di essere indignati ogni giorno"

(Martin Luther King)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Argomento allettante.....rilancio sul piatto dove hai posto il tuo euro.....ma un ripensamento complessivo dello status quo in senso rivoluzionario, mettendoci in prima persona a discutere dei nostri tanti vacui privilegi del "Nord del Mondo", non sarebbe più efficace? Che ne dici di un ripensamento generale dei rapporti di forza, che accettiamo come "naturali" nell'oblìo dei trascorsi storici della società moderna?

Cito Mario Capanna (Da "...E la Terra sia un colloquio universale" - 1992)

"Il modo di pensare unipolare è divenuto dominante sulla terra: conseguenza del fatto che il potere unipolare regola il mondo.
Il pensiero unipolare poggia sulla scissione del tempo: nel suo orizzonte il futuro è scollegato dal presente. Solo questo dato di fondo può spiegare come sia possibile che l'uomo contemporaneo, ogni giorno, faccia passi avanti, molti irreversibili, verso la distruzione delle risorse limitate e non rinnovabili del pianeta, quindi alla base della stessa vita(...)L'uomo unipolare non pensa la storia: ritiene solo di farla. Se la pensasse, si vedrebbe al centro della più grande alienazione: aver separato da sè il mondo reale, essersi reso estraneo alla ricchezza della vita esistente e delle sue tumultuose contraddizioni(....)Uscire "fuori dall'Occidente" in senso assoluto è forse impossibile, ce lo porteremo dietro come un tempo storico decisivo, tragico e ineliminabile della vicenda umana. Ma "oltre l'Occidente" si può andare, oltrepassarlo è possibile, e potremo dire di esserne al di là quando il termine avrà riassunto il semplice significato di uno dei punti cardinali. Quando ovunque, sulle vette della montagna come sulle distese della pianura, ogni essere umano possa affermare, senza contraddirsi: "Se non volete sentirvi dire la verità, non parlate con me".....e la Terra sia un colloquio universale".

Quando penso che facevo Politica all'1.7% con tale profondità di contenuti e poi guardo la faccia da sanatorio di Fassino..... mi cadono le palle.

Almeno Bertinotti, pur non cogliendo un cazzo sul pensiero globalizzato della prepotenza, intuisce che questo tipo di approccio critico al reale vada comunque espresso e interpretato.

Lascio, ovviamente, ai "pretinismi menscevici, socialsolipsisti e socialdemocristi" e ai, citando Lenin, "sentimentalismi alla saccarina senza sostanza e gusto" ogni altra stucchevole soluzione.

PS - E' involontario ogni eventuale effetto collaterale di "codapaglismo" nei confronti di coloro che reputo realmente miei veri amici, che ovviamente possono replicare appiccando fuoco al "gatto a nove code di paglia" del sottoscritto.....almeno così il dibattito s'infiamma....cribbio!

Il Pianista ha detto...

Tranquillo. La collezione di gatti a nove code di paglia è già stata interamente bruciata.
Hai notato che si è aggiunto un nuovo commentatore...il mitico bolso67.
Difficile immaginare chi sia.

Anonimo ha detto...

Sull'argomento esiste l'omelia di Sant'Ambrogio (Treviri 339-Milano 397), riportata proprio ieri da Franca Rame ai milanesi infreddoliti che stavano ad ascoltarla, proprio nel giorno dedicato al patrono della nostra città.

"(..)Di fuori qualcuno si lamenta, ti implora... ha fame.
Tu, ricco e satollo, non voltare la faccia, non chiudere la porta a quel poveraccio che chiede il tuo aiuto.
Quel disperato, lacero e sporco è Cristo.
Non dire: "ho già dato"... bugiardo, cosa hai dato?
Qualche moneta uscendo dalla chiesa a quattro disgraziati perché tutti ti vedessero e apprezzassero la tua carità?
Non hai dato niente.
Tutto quello che hai: palazzi, terreni, ricchezze non è roba tua. E'del creatore.
Quello che hai è solo frutto del tuo ingegno e del tuo lavoro, dici?
Sì del tuo ingegno di raccogliere, gestire e far crescere svuotando le tasche degli allocchi.
Apri quella porta, ricco!
Il lebbroso che striscia sotto la tua casa non l'hai riconosciuto?
E' Cristo.
E' Cristo quel villano al quale porti via metà del raccolto.
E' Cristo il poveraccio al quale hai venduto una tela che ha pagato il doppio di quello che vale.
E' Cristo il servo che cacci nella strada perché non rende più.
Tu te ne stai tranquillo e sicuro, avvolto nelle leggi che hai emanato per il tuo vantaggio come fossero un portentoso mantello.
Tu credi veramente che Cristo sia solo quello che tieni inchiodato sul muro dietro il tuo letto?
Apri la tua porta...
Sbrigati, che fra poco mille, duemila, una folla di Cristi verranno a chiederti conto di tutta la tua avidità e dell'ingiustizia dietro la quale ti nascondi (..)"