Ho registrato queste due puntate con il dubbio che forse non le avrei mai guardate. Ero prevenuto e non mi aspettavo nulla di buono. Tirando le somme i miei dubbi si sono rivelati giustificati.
Questa fiction ha palesato tutti i limiti dele opere di questo tipo che, nonostante budget elevati e la presenza a volte di ottimi attori, risultano piatte e frettolose dettate da tempi televisivi che non possono raccontare con pienezza vite e vicende ricche di episodi e risvolti come quelle di Wojtyla o altri personaggi storici.
In questo caso si accumulano in modo scadente i classici risvolti pietistici dalla lacrima facile che potevano largamente esere previsti in una produzione di raiuno, riguardante un papa e con l'onda emotiva della sua scomparsa ancora recente. Gli avvenimenti storici dal 1939 alla primavera 2005 sono appena superficialmente accennati mentre l'aspetto commovente/buonista risulta troppo caricato ed eccessivo. Tutte le scene trasudano il tentativo di rendere ad ogni costo Karol come una persona sempre energica e carica di entusiasmo in ogni situazione, anche quando non ce sarebbe stato bisogno. Lungo il percorso di una vita, dalla giovinezza, all'occupazione nazista, dal teatro clandestino al Comunismo fino all'ascesa al pontificato è un lungo susseguirsi di luoghi comuni con dialoghi frettolosi e superficiali e personaggi caratterizzati male o non caratterizzati affatto con una sempre presente, nettissima, demarcazione tra il bene e il male. Per non parlare poi delle figure di personaggi politici Sovietici resi in modo clamorosamente macchiettistico come A. Gromyko il cui incontro con il papa è tutto un programma al limite della barzelletta.
L'unica cosa da salvare è la bella interpretazione di Jon Voight, ottimo attore, che da solo cerca di tenere in piedi una baracca decadente.
Da qualsiasi angolazione si voglia vedere un tema come questo bisogna constatare che la vita di Wojtyla, piena di avvenimenti e significati, ed il suo pontificato che ha attraversato gli ultimi ventisette anni di storia non possono essere condensati in una fiction di tre ore oltretutto indirizzata palesemente ad un pubblico,sicuramente numeroso, ma altrettanto sicuramente poco incline all'approfondimento.
A questa parte di pubblico, voglioso di passare due serate bagnando fazzoletti, il film può anche essere piaciuto. Ma solo a questa parte.
Domanda finale: Quando le nostre reti televisive (mediaset è ancora peggio della Rai da questo punto di vista) avranno la decenza di produrre Film di stampo storico o biografico un pochino più densi e precisi, magari di durata superiore alle due solite puntatine striminzite?
Alla prossima
"Durante certi programmi televisivi si invidiano i propri piedi
addormentati"
(Robert Lembke)
9 commenti:
Ma ti pare???.....Non guardo le fictions......
Eccellente recensione che condivido in pieno, veramente assurda poi la caricatura di Gromyko, che era famoso per essere invece un grande diplomatico ed un uomo di ghiaccio; oltre alla ottima e ben studiata recitazione di Jon Voight, l'unica altra cosa veramente accurata nell'ultima fiction erano le uniformi tedesche, con ricostruite addirittura le uniformi dei Polizei Bataillonen ed il loro armamento ( vedi sottufficiale con MP28 ), complimenti ai costumisti che hanno dimostrato di avere studiato.
Il fatto è che la Rai di 30 anni fa, che aveva un taglio più formale e didattico se vogliamo, ma con meno sbracature verso la spazzatura nazionalpopolare, faceva delle eccellenti fictions, con attori di prosa che si calavano nella parte e soprattutto svolgendo l'argomento in 6-8 puntate ( ne sarebbe servita una sola giusto per la morte di Paolo VI ed i due conclavi del 1978 ), e non in questo insopportabile e lacunoso format delle due puntate adatto al popolino, che è un condensato spesso di luoghi comuni e di qualche "licenza poetica" atta solo a strappare risate o lacrime.
E poi, visto che tutti non sono infusi di sapere, sarebbe opportuno, come si fa in molti film americani basati sulla ricostruzione storica, all'apparizione per la prima volta in scena di un personaggio, mettere un sottotitolo con il suo nome ed il suo ruolo.
Le fiction di Raiuno, così come anche quelle di Mediaset, non sono film storici, ma filmettini per riunire la classica famigliola ben pensante davanti alla tv per due serate consecutive. Questa poi era già come premessa il peggio del peggio: una fiction americana sui preti! Cosa ci si poteva aspettare se non un simile risultato? Già tanto che il grande Jon Voight ha tenuto un pò in piedi baracca e burattini. Rugbysta sudafricano, ti intendi di uniformi e armamenti dei soldati tedeschi? Ti piace la storia?
Sì vero....nella RAI di Bernabei non c'erano le fiction ma gli sceneggiati, più o meno legati al patrimonio letterario o storico, che avevano l'ambizione di avvicinare la gente comune ai Classici e alla Storia. Un evento, alla fine degli anni '60, fu "La Freccia Nera", che può essere visionata sul sito www.raiclick.rai.it: la trama, di pura fantasia, era ambientata nel medioevo e invitava lo spettatore ad approfondire e ad interessarsi alle vicende storiche reali accadute in quel periodo.
Quello era il mondo democristiano, molto ipocrita ma al tempo stesso catechesicamente parrocchiale: la predica, morale, doveva comunque essere sempre "politically correct" anche se era ammesso che l'etica conseguente poteva indirizzarsi verso soluzioni assai meno ortodosse.
Ora non è più così; l'immoralità è innalzata ad esempio e l'etica dell'immoralità è indecentemente ostentata come necessaria: quando mai una banca democristiana avrebbe osato derubare il deposito bancario a un defunto? Ora, invece, tutto ciò è ammissibile....siete sì disonesti, ma almeno abbiate la decenza di non ergervi ad esempio!
Addendum a quanto scritto dagli amici forumisti.
- Sì, sono appassionato di storia.
- Seguite bene la storia della Lodi, ci sarà da divertirsi o da piangere, a scelta
Dovevi fare come me...dopo i pantagruelici pasti, gli stessi se non più abbondanti, non mi sono messo a guardare la fiction :)
Per me hanno già parlato in pratica Soyuz e Spandimerda. Non sono mai stato un appassionato del genere fiction (non si chiamavano sceneggiati un tempo?), ma mi rifiuto categoricamente di seguirle da quando mediaset ha fatto quella su Borsellino, omettendo nel pool di Palermo il giudice Ayala, solo perchè ora è un parlamentare della Sinistra.
Ormai siamo sempre d'accordo bolso67
Volgo,ora,alle lenzuola le mie attenzioni, perso tra le magiche note che si librano, robustose e forti, dalle remote artiche terre di pietra lavica che accolsero i drakkar vichinghi in fuga dal sassone invasore.
Il concerto live "At the Barbican Hall" nelle sue atmosfere mistiche di un medioevo magico e pagano è un vero e proprio poema sinfonico, che intona un canto alla grandezza di Odino, padre di tutti gli Dei, inchinato a lui in preghiera come padre dei naviganti vichinghi, suoi figli prediletti padroni dei venti e delle piogge subartiche, verso una terra isolata e ostile; tenuto nel 2002 dagli islandesi Sigur Ròs, in uno dei templi della musica sinfonica della città romana secata in due dal serpentino Tamesis, ai sassoni asservita nell'ultima incursione che vide piede straniero sul suolo di Albione, è un cadeau di aggraziata eleganza dove i suoni della natura, animati dallo spirito degli uomini che l'attraversano, vengono raccontati da una complessa serie di strumenti musicali, classici e moderni, dal suono reinterpretato in chiave tanto tradizionale quanto non convenzionale, anche nella pur limitata parte vocale.
La spiritualità pagana che guida le umane cose, nel panteistico pathos primordiale non ancora infettato dalle castranti sovrastrutture trascendenti della tradizione giudaico-cristiana, qui incede gloriosamente inneggiando a tutto ciò che muove il vissuto in tutti i suoi aspetti, nel dolore e nella gioia, nella scoperta e nel timore dell'ignoto, nel godimento dei piaceri e nelle rabbiose reazioni alle contrarietà della vita.
La natura si agita o si placa nell'armoniosa simbiosi con un'umanità rispettosa e responsabile, davvero consapevole di essere parte integrante e attiva di un unico divenire.
Riprendendo un canto perduto dell'Edda, Odissea e Iliade di un mondo ignoto alla tradizione mediterranea, i Sigur Ròs, con quest'Opera, approfondiscono il proprio originale lavoro di ricerca musicale, iniziato ormai 8 anni fa, tanto classico quanto stilisticamente rivoluzionario: dalla musica sacra di un medioevo appena sorto, in cui non si udivano i rantolii lontani del non più eterno impero mediterraneo morente, si recupera quella memoria che racconta cosa siamo ora e che sa sussurrare dei nostri futuri destini insegnandoci qualcosa.
Questa sera la nobile antica tradizione norrena nella sua originaria purezza, mantenuta anche grazie all'orgoglioso isolamento culturale e linguistico dell'isola dai nervosi vulcani secata dal circolo polare artico, mi ha regalato questo sottile piacere misticizzante che certamente, nelle prossime ore della notte, mi accompagnerà tra le atmosfere magiche di un sonno sprofondato in altro tempo e in altro spazio.
Invito tutti a visitare il sito ufficiale
www.sigur-ros.co.uk
in cui troverete materiale informativo di diversa natura riguardante questo gruppo: da certe particolarissime composizioni grafiche e fotografiche a diverse risorse multimediali, tra cui i loro video vincitori di numerosi premi in prestigiose manifestazioni cinematografiche e musicali.......arte non mediata che parla al cuore e all'anima.
Interessante il pezzo "Mìlàno", dedicato alla nostra città e inserito nell'ultimo CD di quest'anno "Takk" come traccia n.7: tutto da interpretare nelle sue sonorità "dubbiose", dove sembra che alle malinconiche riflessioni si vogliano accostare burlescamente suoni apparentemente festosi, in un'artificiosa allegria a cui gli stessi musicisti sembrano non credere.
Che la notte sia lieve per tutti....
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