21 maggio 2006

Il Codice Da Vinci



Titolo originale: The Da Vinci Code
Nazione: U.S.A.
Anno: 2006
Genere:Thriller, Drammatico
Durata: 148'
Regia: Ron Howard

Cast:Tom Hanks, Jean Reno,Audrey Tautou, Alfred Molina, Paul Bettany
Voto del Pianista: 6=

Eccolo finalmente. Il film evento dell’anno, così perlomeno sperano i produttori, tacciato di blasfemia e tratto dal chiacchierato best seller di Dan Brown Della storia sapete tutto, ci ha speso una puntata perfino l’eterno Bruno Vespa, quindi è inutile dilungarsi su una trama conosciuta e vivisezionata in ogni lato del globo.
Per descrivere e giudicare l’opera di Ron Howard cerco proprio di fingere non solo di non aver letto il libro, ma nemmeno di aver mai udito una sola goccia del mare di polemiche di questi mesi. Solo così si può non venir distratti nel giudizio.
Quali sono dunque le vere origini della religione cristiana e cosa si cela dietro al Santo Graal?
Direi che si cela un po’ di noia. Il film, pur mantenendo le caratteristiche essenziali del genere e rispettandone i canoni classici, non riesce sempre a tenere un ritmo alto e sfruttare un racconto comunque pieno di fascino e ricco di emozioni.
L’adattamento di Howard è molto fedele al libro ma, forse preoccupato nel descrivere bene trame ed enigmi a sfondo religioso/storico, si dilunga nell’aspetto verbale , lasciando cadere il ritmo e la suspance. Se a un film del genere viene a mancare, a tratti, la tensione non si può non rimanere perplessi.
Anche nelle evoluzioni della camera da presa si sente che manca qualcosa, rispetto ai maestri del thriller che, con il giusto utilizzo dei primi piani, un inquadratura particolare o con la giusta fusione delle immagini con la colonna sonora, riescono a tenere inchiodato lo spettatore alla poltrona.
Anche dalle interpretazioni di attori di gran classe ci si poteva aspettare uno slancio maggiore. L’unico dei protagonisti che da il meglio di se è Jean Reno nella parte di Bezu Fache. La coppia di protagonisti, Tom Hanks e Audrey Tautou, non sembra ben amalgamata anche a causa di dialoghi non sempre esaltanti. Alcune scene sono incredibili , il cadavere del curatore lasciato incustodito dalla polizia che insegue Langdon oppure la chiacchierata tra Remy e il “maestro” che dura 40 secondi senza che si sentano le risposte dell’interlocutore per non farne smascherare l’identità che poi viene scoperta pochi secondi dopo.
In definitiva un film che vedranno in tantissimi, con vari difetti, che risulta un discreto thriller in cui tutti potevano e dovevano dare qualcosa di più, per renderlo un bel film.
Il voto? Sono in difficoltà, diciamo un tranquillo 6=.

Alla prossima

5 commenti:

Anonimo ha detto...

eh eh eh ...
caro il mio pianista sei caduto in tentazione, ma alla fine il peccato è sempre deludente!
Ci sono due prove interessanti per la prossina volta.
Una è il film di Kim Rossi Stuart "anche libero va bene".
E l'altra Volver del Pedro Almodovar il Magnifico.
Buonanotte

Il Pianista ha detto...

hai ragione Snaporaz alias Cuccureddu alias de Lapalisse alias Saint Just....

diciamo che l'ho fatto per dovere di servizio.

Compagno di pranzi e cene ha detto...

Impossibile avendo letto il romanzo non essere almeno un po' influenzati. Il film, come si poteva immaginare, è solo un normale film, non regala nulla di più. secondo me in quanto non vero e proprio thriller giusti così i movimenti della cinepresa.
Voto 6 e 1/2

Anonimo ha detto...

ne hai beccati 3 su 4.

SOYUZ1968 ha detto...

Chinque sia...Snaporaz è uno che di cinema ne capisce