23 giugno 2006

Liberation e Manifesto, France e Italia destini incrociati


Giorni difficili per due storici quotidiani della sinistra europea. Molto difficili.
In Francia il mitico “Liberation” giornale simbolo nato sull’onda del ’68, alle prese con una nuova crisi finanziaria, è stata colpita da un vero e proprio fulmine a ciel sereno. L’allontanamento forzato del direttore Serge July, storico fondatore del quotidiano, insieme a a Jean-Paul Sartre. Il principale azionista di Libè pare fosse da tempo ai ferri corti con July e la crisi, con minaccia di licenziamento di 52 lavoratori, è stata il pretesto per chiedere le dimissioni dello storico direttore in cambio di un nuovo finanziamento.
Nato sull'onda dei movimenti di protesta Libé, si collocò nella prima fase della sua vita su posizioni di estrema sinistra, per approdare poi negli anni '80 alla socialdemocrazia più moderata.Nel frattempo il giornale é diventato una vera e propria istituzione per a "gauche" parigina e per tutti i suoi 137 mila lettori giornalieri.
Crisi finanziaria e destino pieno di difficoltà anche per il Manifesto che rappresenta una mosca bianca nel grigio panorama editoriale italiano. Qualsiasi sia la nostra e vostra idea politica avere nelle edicole un quotidiano con nessun padrone se non la cooperativa dei lavoratori che lo mettono ogni giorno in edicola, stipendi uguali per tutti, credo di aver appreso dalla tv che il direttore guadagna 1800 euro al mese come tutti gli altri lavoratori, e un giornalismo politico indipendente anche se ovviamente molto chiaramente schierato politicamente. Nato nello stesso periodo del quotidiano francese anche il manifesto rischia di precipitare affogando nella crisi e nel calo delle vendite.
In un panorama squallido come quello dell’editoria italiana sarebbe un peccato perdere una voce chiara come quella del Manifesto, ma il grido d’allarme lanciato proprio dal quotidiano, che ha lanciato anche una sottoscrizione pubblica, è molto serio.
Liberation ed il Manifesto. Due destini incrociati e due “istituzioni” editoriali che sarebbe un delitto lasciar morire.

Basta con le parole, se vi interessa saperne di più, o magari contribuire andate sui siti dei due quotidiani.

Rimanendo sul tema giornalismo di spessore, è uscito il secondo numero consecutivo di Acido Politico comprendente un mio articolo. Lo so, il mio unico spessore è quello della pancia, non si può nemmeno incensarsi un poco…, comunque la pubblicazione del mio scritto è vera e vorrei ringraziare gli amici che mi hanno regalato questa occasione.

Alla prossima

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Economia di mercato: se non vendi, chiudi bottega; e se non vendi è perchè il tuo prodotto non piace alla massa.

Mi spiace per il manifesto (quanti lettori ha?) perchè è un vero esempio di "socialismo reale", ma se è destinato a chiudere, non posso certo comprare io tutta la tiratura per salvarlo.....

Anonimo ha detto...

Forse anche i lettori di sinistra amano un'informazione più frivola e leggera di quella proposta dal Manifesto e la linea editoriale scelta non aiuta a catturare inserzionisti pubblicitari.

Ogni tanto leggo volentieri qualche articolo in biblioteca, ma non lo comprerei tutti i giorni.

Peccato perchè essere senza padroni è una bella utopia.

Comunque non è la prima volta che rischia la chiusura e

Il Pianista ha detto...

credo circa 70mila copie al giorno

Compagno di pranzi e cene ha detto...

Concordo pienamente con quanto detto da mauri e anche con quantio detto dal pianista quando parla dello spessore della sua pancia

SOYUZ1968 ha detto...

Mmmhhh concordo pienamente con l'analisi di Bolso67....solo le vendite portano soldi...

Anonimo ha detto...

Sapete che tutti i giornali vengono finanziati dallo stato? Dal Corriere all'Unità... compresi anche i giornali con minore tiratura, mi spiegate perchè dobbiamo dare i soldi alla Rcs o al GruppoEspresso?? Capisco che questi finanziamenti sono uno strumento per garantire il diritto di stampa però mi sembra esagerato finanziare gruppi editoriali con posizioni di oligopolio...
Se si introducesse un limite dei finanziamenti in base alla tiratura del giornale, i soldi che non si darebbero al corriere e alla repubblica potrebbero andare alle testate con minor tiratura. Questo potrebbe essere esteso inoltre all'informazione sul web e a quella televisiva per le emittenti minori e regionali.
Questo però non verrà mai realizzato per gli enormi interessi che girano attorno....

Il Pianista ha detto...

buon motivo in più per considerare il manifesto come un patrimonio da tutelare comunque la si pensi politicamente.
quello che dice teo è vero, ci sono quotidiani che in certe città, pur si mantenere i finanziamenti, escono con molte più copie del dovuto che poi vengono date gratis. Semi scandalo,

Anonimo ha detto...

L'esempio più eclatante e metro, quello che voi milanesi avete gratis in metropolitana: vive sulla pubblicità ed i contributi statali, contributi in base alla tiratura - superfluo ricordare che la tiratura non sono le copie lette - configurato come rimborso carta utilizzata.
Questo contributo lo prende anche il manifesto, ma è singolare, e in questo ha perfettamente ragione teo, che la fetta più grossa vada ai quotidiani più prestigiosi e quindi più ricchi. E' ovvio che corriere e repubblica possano permettersi elevate tirature e di conseguenza ottenere un rinborso carta consistente - si parla di alcuni milioni all'anno - che permette loro ossigeno, anche se i lettori di giornali sono meno del 10% della popolazione; e, guarda caso, mieli, mauro, padellaro, feltri e belpietro non prendono i 1800 euro/mese di polo, ma ne guadagnano almeno 5000.
Ma questo è il paese dove il giornale più diffuso è quello fatto con la carta (igienica) rosa, che sembra quella dei cessi delle FFSS (mi piace chiamarle ancora così, altro che trenitalia).....

Anonimo ha detto...

p.s. contributo carta: usare più carta per prender più soldi, ma per poi dover mandare al macero l'eccesso di produzione.

E'l'ecologia?