
Il tour de France è nel caos più totale. Dopo “Vino” anche Rassmussen, la maglia gialla è stata cacciata. Come tutti gli anni la corsa più importante al mondo finisce in un ridicolo dramma.
Cosa aspettiamo a chiudere il ciclismo per un paio d’anni e ripulire tutto senza se e senza ma?
Anche i media possono fare la loro parte. Sono rimasto piacevolmente colpito dall’atteggiamento della tv Tedesca che ha deciso già da dieci giorni di sospendere le trasmissioni dal Tour de France. Un gesto forse plateale ma un sicuro avvertimento che può lasciare finalmente il segno. E’ giunta l’ora di dire basta.
Basta inutili chiacchere e capziosi distinguo, se vogliamo far tornare la gente ad amare il ciclismo, ma quello pulito se mai è esistito, c’è bisogno di scelte coraggiose e forti come quelle delle emittenti tedesche.
Indignarsi a parole salvo poi fingere di dimenticarsi tutto quando c’è da vendere un prodotto in rosa e magari incensare neo fenomeni di casa nostra sulle strade del Giro – a proposito, al tour i nostri campioni dell’ultima generazione o non ci vanno per niente, o si prendono le ore di ritardo - e poi a corsa finita pescare magari un capro espiatorio da squalificare in inverno e pronto a ripresentarsi la stagione successiva, è atteggiamento poco responsabile.
In contrapposizione alle decisioni di ARD e ZDF stride l’atteggiamento dei media nostrani che ben si inseriscono nel quadro che ho dipinto in precedenza.
Rai e gazzetta dello sport, una organizzatrice del Giro l’altra emittente che ha l’esclusiva per questo sport non le ho mai viste compiere passi decisi.
Cosa aspettiamo a chiudere il ciclismo per un paio d’anni e ripulire tutto senza se e senza ma?
Anche i media possono fare la loro parte. Sono rimasto piacevolmente colpito dall’atteggiamento della tv Tedesca che ha deciso già da dieci giorni di sospendere le trasmissioni dal Tour de France. Un gesto forse plateale ma un sicuro avvertimento che può lasciare finalmente il segno. E’ giunta l’ora di dire basta.
Basta inutili chiacchere e capziosi distinguo, se vogliamo far tornare la gente ad amare il ciclismo, ma quello pulito se mai è esistito, c’è bisogno di scelte coraggiose e forti come quelle delle emittenti tedesche.
Indignarsi a parole salvo poi fingere di dimenticarsi tutto quando c’è da vendere un prodotto in rosa e magari incensare neo fenomeni di casa nostra sulle strade del Giro – a proposito, al tour i nostri campioni dell’ultima generazione o non ci vanno per niente, o si prendono le ore di ritardo - e poi a corsa finita pescare magari un capro espiatorio da squalificare in inverno e pronto a ripresentarsi la stagione successiva, è atteggiamento poco responsabile.
In contrapposizione alle decisioni di ARD e ZDF stride l’atteggiamento dei media nostrani che ben si inseriscono nel quadro che ho dipinto in precedenza.
Rai e gazzetta dello sport, una organizzatrice del Giro l’altra emittente che ha l’esclusiva per questo sport non le ho mai viste compiere passi decisi.
Si indignano ad intermittenza.
Per esempio la telecronaca di Bulbarelli dai microfoni Rai dopo la vittoria di Rasmussen nella tappa Alpina di dieci giorni fa è emblematica. Incensare per ore corridori, pubblico, imprese leggendarie e poi, subito dopo il traguardo, lanciare dubbi gratuiti sull’impresa del vincitore dichiarando “io non riesco ad essere partecipe, a me piacciono quelli che vincono. Quelli che stravincono non so” è stato singolare. Singolare e fuori tempo massimo. E ci ha pure imbroccato.
Se quello che avesse tagliato il traguardo a braccia alzate dopo una fuga di ore non fosse stato danese ma si fosse chiamato Cunego, Di Luca o Simoni avremmo udito le stesse parole? Non credo. Sulle stade del giro avremmo sentito gli stessi sermoni? Men che meno.
Come mai durante il giro D’Italia certe frasi sibilline non escono mai dalle bocche di nessuno ma solo lodi trionfalistiche sulle imprese di questo o quel corridore Italico?
Credo che un atteggiamento costruttivo da parte di tutti sia partire dal presupposto che la pulizia vera e totale è ancora di la da venire e che molto lavoro aspetta sulle anime oneste. Ad oggi il ciclismo è uno sport agonizzante, magari ancora seguito, ma seguito da gente delusa come amanti traditi. Amanti che non sono più disposti a mettere la mano sul fuoco per nessuno sia questo Danese o Italiano, Francese o Tedesco.
Ricordiamocelo e chiedo per favore a Rai e Gazzetta dello sport di sospendere oggi stesso le trasmissioni e le notizie – a parte quelle di cronaca quasi nera – dal Tour de France.
Se ne avete il coraggio, dimostratelo.
10 commenti:
Purtroppo le nostre televisioni non hanno il coraggio dimostrato dalle reti pubbliche tedesche; sottolineo pubbliche, xchè il giorno dopo la sospensione delle trasmissioni è subentrata la principale rete privata (come da noi mediaset) che ha acquistato a prezzi stracciati la trasmissione e l'ha messa in onda. Che il ciclismo sia malato è ormai noto, che i francesi non vogliano ammettere che il tour è vinto solo da dopati da almeno 11 anni a questa parte (da Rijs in poi) è altrettanto noto, ma ciò nonostante questo sport votato al sacrificio ed alla sofferenza continua ad attirare milioni di amatori ed amanti del gesto tecnico. Certo che se si scopre che non solo i primi , ma anche gli ultimi si dopano (vedi Moreni ad oltre 1 ora e mezzo in classifica generale), a questo punto viene da chiedersi se non è meglio lasciar stare di seguire questa attività che non sembra più sport, ma manifestazione di body builder!
il ciclismo ormai è vittima come altri sport di sponsor e denaro...
già nelle categorie minori iniziano a "dopare"...figurati a livelli del genere...
alle olimpiadi, nel nuoto, ovunque...e quando vinci per merito salta sempre fuori al solita vocina di sospetto...
forse nel golf non si dopano...ma non sono sicuro... :P
Come nemico dei danesi, permettetemi di festeggiare l'allontanamento di Rasmussen nonostante il sonno profondo degli organizzatori.
In effetti sembra una situazione drammatica e senza soluzioni.
Visto che il black-out televisivo non è possibile, non è forse il caso di fermarlo per un paio di anni, anche onde permettere l'azzeramento totale anche degli interessi che ci girano intorno ?
O forse gli interessi sono troppo forti e si deve andare avanti comunque anche se i vincitori acclamati come campioni vengono poi sputtanati successivamente ?
A quel punto conviene legalizzare il doping .....
Bravo rugbysta sono d'accordo con te al 100%.
Basta ipocrisie. Se si vuole fermare il doping e avere un ciclismo pulito bisogna azzerare tutto e lo si può fare solo chiudendo ogni competizione per uno, due, tre anni, fino a quando tutto si sistema (interesse della gente pari a 0, pochi soldi che circolano, ciclisti che quindi lo fanno per passione).
Se questo non lo si vuole fare allora legalizzino il doping. Al terzo morto con bava verde alla bocca nel mezzo di una salita si scuoteranno le coscienze...forse...
Chiudere il ciclismo? Non mi sembra che lo scorso campionato sia uscita la proposta di chiudere il calcio! Eppure mi sembra che il calcio fosse gravemente malato, salvo poi dare un contentino per bloccare le proteste dell'opinione pubblica. Ma forse il ciclismo ha meno proseliti e quindi meno interessi
Concordo con barolo66, il problema è che sia il calcio come il ciclismo e altri sport non si può fermare perchè girano troppi soldi. Il problema di base è chi continua a guardare questi sport. Meglio ancora il wrestling, per lo meno quello è solo spettacolo e ammettono che è tutto pilotato.
veramente io avevo proposto la chiusura del calcio per un anno proprio perchè era l'unico modo di fare pulizia vera. Si è preferito colpire tutti a casaccio lasciando ai distratti l'idea che in fondo erato tutti un po' ladri (tranne gli onestoni interisti ovviamente).
Infatti ora a distanza di un anno, l'inchiesta giudiziaria basata su PROVE (e non quella sportiva ridicola) ha fatto capire chiaramente chi sono i colpevoli e chi no o quiantomeno chi ha rapinato banche da chi ha rubato una mela.
Peccato che a molti fa comodo rimanere ad un anno fa....
Il doping nel ciclismo c'è sempre stato. Cento anni fa si usavano intrugli a base di cocaina, decenni dopo si è passati alle anfetamine, ora siamo all'EPO.
Purtroppo, a differenza di altri sport, l'assunzione di doping trasfmorma muli in cavalli di razza; inoltre permette di sentire molto meno la fatica, che nel ciclismo è una componente molto rilevante.
Mentre negli altri sport il doping è solo tra professionisti, nel ciclismo trovi giovanissimi e amoatori che alla domenica matttina prima dell'uscita si fanno la "bombetta".
Io non chiuderei alcuna manifestazione però punirei con radiazione a vita e sanzioni i ciclisti colpevoli.
Cmq finchè vedremo medie di 45 km/h
state certi che sono atleti bombati.
Infine concordo con barolo sulla magra figura che i francesi continuano a fare da anni organizzando una corsas di drogati.
Mi pare che 'sti stronzi msono molto zelanti e rispettosi dei protocolli quando si tratta di escludere l'italino di turno poi lasciano passare casi eclatanti come i Rijs, gli Indurain, gli ULrich e compagnia bella.
Almeno il Tour de France non mi rompe i coglioni limitando Blob su Rai 3 e non interferisce con i programmi televisivi che mi piacciono.
Ed organizzare una gigantesca manifestazione di appassionati a livello europeo a favore del ciclismo e contro il doping ?
Mi sa che in quanto a soluzioni si brancola nel buio, quindi proviamo persino con questa.
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