06 novembre 2007

Il testimone della nostra vita



Un giorno Luigi Piraldello si pose questa domanda


"La vita la si scrive o la si vive?"





Lui rispose da par suo. Io rispondo per conto di Enzo Biagi. Oggi tutti spenderanno mille doverose parole su questo uomo. Tanti ricordi, tante interviste. Si ripercorreranno le tappe di una vita piena di sentimenti, di sensazioni, di scoperte, di drammi. Una vita spesa per raccontare a tutti quello che era il mondo visto con gli occhi di un uomo che ha attraversato il secolo più breve e più lungo della nostra storia.
Io queste parole non le ho. Però rispondo alla domanda.
La vita si puo sia viverla che scriverla. Enzo Biagi ne è stato l'esempio più limpido

alla prossima

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi spiace che Biagi non sia più tra noi, ma la morte, in senso generale, è qualcosa di grandioso: rende tutti uguali, è la vera realizzazione del....socialismo? Chiamiamolo così......

Di fronte ad essa ci inchiniamo tutti: ricchi/poveri, belli/brutti, alti/bassi, uomini/donne, bianchi/neri, italiani/rom, legaioli/terroni, facisti/komunisti, e via discorrendo per coppie antitetiche.

Un saluto, per quel che conta, ad Enzo Biagi.

Il Pianista ha detto...

"...Una certa Resistenza non è mai finita. C' è sempre da resistere a qualcosa, a certi poteri, a certe promesse, a certi servilismi. Il revisionismo a volte mi offende: in quei giorni ci sono state anche pagine poco onorevoli; e molti di noi, delle Brigate partigiane, erano raccogliticci. Ma nella Resistenza c' è il riconoscimento di una grande dignità. Cosa sarebbe stata l' Italia agli occhi del mondo?"
Enzo Biagi - art. 22/04/07 Corriere della Sera

barolo66 ha detto...

Se ne è andato un altro nonno di tutti noi; la sua pacatezza nell'esprimere le opinioni ed il suo acume giornalistico mancheranno a chi considera la cultura come una cosa seria e non un inutile appendice da utilizzare solo nei quiz televisivi. Ieri ho letto una sua affermazione che cerco di riportare meglio possibile: " Se Berlusconi avesse le tette, farebbe anche l'annunciatrice" Ovviamente la frase è stata pronunciata dopo il famoso "editto bulgaro", ma fa capire la salcità del personaggio. Addio caro Enzo !!!

Compagno di pranzi e cene ha detto...

Se penso a certi giornalisti di oggi mi viene da piangere...

Anonimo ha detto...

delitto Biagi/1

"Altro che 'Il Fatto': il programma di Biagi, per correttezza nei confronti dei telespettatori, dovrebbe chiamarsi 'L'insulto'. Un cambiamento di nome che chiediamo ufficialmente al presidente Zaccaria e al direttore generale Cappon. Biagi, che non ha avuto il coraggio e la correttezza professionale di ospitare nel programma un parere a difesa di Berlusconi e della Casa delle Libertà, ha dimostrato ormai di essere arrivato all'insulto quotidiano nei confronti della Cdl e quindi è giusto che i milioni di telespettatori conoscano il vero nome di questa trasmissione utilizzata per influenzare la campagna elettorale a favore del centro-sinistra. Infatti milioni di telespettatori ogni sera si chiedono quale insulto ascolteranno dal programma di Biagi"
(Riccardo De Corato, Franco Pontone e Salvatore Ragno, An, Ansa, 27 marzo 2001)

"Il Fatto di Enzo Biagi può entrare a buon diritto nel guinness dei primati. La delibera sulla par condicio è stata pubblicata solo ieri dalla Gazzetta Ufficiale e già stasera è stata clamorosamente violata dalla sua trasmissione. Una circostanza che aiuta anche a capire perché l'on. Giulietti sin da ieri aveva previsto un attacco della Casa delle Libertà a Biagi. Evidentemente, da vero editore di riferimento, era già informato dell'ennesimo carosello antiberlusconiano. La Rai ha ormai deciso di trasformarsi nella cassetta della posta al servizio di chiunque voglia attaccare il centrodestra e c'è da attendersi tutto. Mi aspetto che nei prossimi giorni si allestisca una bella trasmissione di approfondimento per dimostrare che è stato Berlusconi ad avere trafugato la salma di Cuccia o di essere il mandante occulto della strage del Vajont oppure che Fini è complice degli scafisti albanesi e per questo pratica le immersioni subacquee"
(Mario Landolfi, An, Ansa, 27 marzo 2001)

"Il Fatto di Enzo Biagi con Roberto Benigni è stato un vergognoso comizio. Ormai i servitori dell'Ulivo alla Rai non sanno più cosa inventarsi per fare campagna elettorale per il centrosinistra"
(Franco Pontone, Riccardo De Corato e Salvatore Ragno, An, 10 giugno 2001)

"Il Fatto di Enzo Biagi si può eliminare: non serve a niente"
(Massimo Baldini, Forza Italia, Ansa, 3 ottobre 2001)

"Caro Biagi, non faccia il martire, ci risparmi la solita sceneggiata (...). Lei ha fatto campagna elettorale con i quattrini di tutti, anche degli elettori del centrodestra (...). Quando si sparge l'incenso conformista lei è sempre il primo. Spostare 'Il Fattò in un altro orario non sarà come violare una vergine o sgozzare un agnello sull'altare dell'informazione"
(Giuliano Ferrara, lettera aperta a Enzo Biagi su "Panorama", 1 febbraio 2002)

"Quella di Biagi, Santoro e della Rai di Zaccaria è stato un attentato alla democrazia: mi hanno fatto perdere 17 punti in campagna elettorale"
(Silvio Berlusconi al vertice internazionale di Caceres, Spagna, Ansa, 9 febbraio 2002)

(12 novembre 2007)

Anonimo ha detto...

Il delitto Biagi/2
"Biagi, Santoro e Luttazzi hanno fatto un uso criminoso della televisione pubblica pagata con i soldi di tutti. Preciso dovere della nuova dirigenza Rai sarà di non permettere più che questo accada" (Silvio Berlusconi da Sofia, Bulgaria, Ansa, 18 aprile 2002).

"Biagi e Santoro stanno cercando con tutti i mezzi il martirio mediatico. Verrebbe proprio da dire: allora diamoglielo, quello che cercano. O no?" (Maurizio Gasparri, An, Ansa, 19 aprile 2002).

"Biagi e Santoro fanno le verginelle candide e rispondono a Berlusconi parlando di intimidazione del potere. Ma i veri potenti sono stati proprio loro per anni, dando vita a trasmissioni faziose, schierate dalla parte della sinistra contro la Lega e il Polo, senza dare diritto di replica e addirittura preparando trappoloni incresciosi, come avvenne nella puntata dedicata a Marcello Dell'Utri. Biagi sottolinea che dovrà essere il Cda a licenziarlo e non il premier. Per fortuna il contratto di Biagi è in scadenza e sarà sufficiente ai vertici Rai non rinnovarglielo" (Roberto Calderoli, Lega Nord, Ansa, 19 aprile 2002).

"Ipocrita e arrogante, Enzo Biagi dà di cretino a chi studia il suo posto in palinsesto... Biagi è un mostro sacro degli affari suoi e un ipocrita. Dice che vuole continuare a fare il testimone del suo tempo, raccontando storie, e non il protagonista di un caso personale. Intanto però soffia sul fuoco, restringe ogni spazio di mediazione, punta al carisma del martire, e dà fiato alla tromba, anzi al trombone: mi cacciano, mi spostano dal 'miò orario, sono liberticidi. E arrogante: dice infatti Biagi che è un comportamento da 'cretinì spostare di una virgola o di un'ora il suo programmino su Rai1, e tratta con disprezzo e insopportabile sussiego il mite Fabrizio Del Noce. Questo mostro sacro degli affari suoi dovrebbe imparare a essere più parco di aggettivi, di contumelie, di isterismi politici. Quando gli hanno negato la cattedra epistolare di Indro Montanelli al 'Corriere della Sera', preferendogli Paolo Mieli che rompe meno le palle di uno il cui orizzonte sono le solite mille camere in cui guardava la Storia in cammino, lasciandosi a sua volta guardare da Lei, Biagi non ha dato di cretino a Ferruccio de Bortoli, direttore del giornale di via Solferino, e tanto meno a Cesare Romiti, il suo editore, quello che gli passa la mesata come succede a noi tutti e che mette i capitali per produrre e diffondere la tribuna dei suoi ricordi. Ha solo contrattato un altro posto in palinsesto, chiedendo che le sue coloriture strettamente personali, e strettamente provinciali, finissero la domenica in prima pagina. Con giubilo suo superiore a quello dei lettori, forse. Anche l'orario della sua rubrichina è tutt'altro che suo. È nostro, perché paghiamo. E di chi amministra la Rai per volontà del Parlamento (fatto surreale, perché la Rai andrebbe privatizzata e lì vedremmo se davvero un Murdoch lascerebbe per 41 anni al suo posto l'omino in bianco che lava più bianco). Oltre tutto quello spazio in palinsesto è di Berlusconi, come al solito e come tutto ormai in Italia, perché è sulla sua rete ammiraglia, Canale 5, che andò in onda prima del Fatto il programma d'informazione Radio Londra, in quello stesso identico orario, ma preceduto non dal primo telegiornale italiano bensì dal quiz Tra moglie e marito. Anche il segnale orario del rubrichista-martire, le cui opinioni sono come scrive Francesco Merlo 'indifferenti', è dunque copiato. Altro che suo. Biagi lo difendiamo e lo difenderemo se qualcuno lo vuole cacciare perché gli sta antipatico il governo, ma se si caccia da solo per cupidigia di eroismo, dopo 41 anni in cui di cupidigie se ne è levate tante, con tutti i regimi, allora sono affaracci suoi... È Biagi che si caccia da solo per biechi interessi di bottega" (Giuliano Ferrara, Il Foglio, 23 maggio 2002).

(13 novembre 2007)

Il delitto Biagi/3
"La Rai depreca il fatto che un collaboratore autorevole dell'azienda come Enzo Biagi usi espressioni e toni offensivi nei confronti di un giornalista, quale Fabrizio Del Noce, stimato da sempre per la sua indiscussa attività professionale e che ora è stato chiamato dal consiglio di amministrazione, su proposta del direttore generale, a dirigere una delle più importanti strutture editoriali dell'azienda stessa. Il presidente e il direttore generale esprimono solidarietà al direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce, confermandogli la stima e la fiducia da sempre riposta in lui"
(Antonio Baldassarre e Agostino Saccà, rispettivamente presidente e direttore generale della Rai, 24 maggio 2002)

"Biagi è uno dei giornalisti più potenti d'Italia. Per Sergio Zavoli, nonostante fosse stato marginalizzato, tutta questa levata di scudi non c'è mai stata. Nel mondo dell'informazione nessuno può avallare la presenza di qualcuno che dice 'tu scompari'. Ma, nonostante l'attacco di Berlusconi, Biagi e Santoro ora sono in Rai e se qualcuno volesse toglierli dopo quell'attacco sarebbe più difficile. Se poi si discute di palinsesti il discorso è diverso e non vorrei che il problema fosse la collocazione alle 20,40. Se, invece di cinque minuti ogni sera, Biagi facesse una prima serata di due ore, che facciamo, scendiamo in piazza? Comunque io non voglio che si tolgano le persone e se tolgono Biagi e Santoro non resteremo certo indifferenti"
(Enrico Mentana, "Sciuscià", Rai2, 24 maggio 2002)

"Enzo Biagi da 40 anni occupa tutti gli spazi in tv, senza lasciare nemmeno una serata libera. È come il confetto Falqui, basta la parola, e non certo perché stimoli certe funzioni come quel prodotto..."
(Maurizio Gasparri, An, Ansa, 23 luglio 2002)

"Le comiche al posto del Fatto di Enzo Biagi? Una scelta coraggiosa"
(Piersilvio Berlusconi, vicepresidente di Mediaset, Ansa, 17 settembre 2002)

"Come volevasi dimostrare, nessuno ha fatto il favore alla sinistra di far fuori Enzo Biagi dalla Rai. Presentandosi come martire della libertà e del pluralismo dell'informazione nell'era del tiranno Berlusconi, egli si è assicurato l'intangibilità nei secoli dei secoli. Anche se gli italiani avrebbero dormito pure se Biagi non avesse più lavorato in Rai. E ora che Biagi non è stato epurato e che la tv pubblica non ha obbedito ai 'diktat bulgarì di Berlusconi, come direbbero Giulietti o Falomi, di cosa parlerà l'opposizione? Come farà a liberare il cavallo di Viale Mazzini? Vediamo una paurosa penuria di argomenti non propagandistici"
(Michele Bonatesta, An, Ansa, 30 ottobre 2002)

(14 novembre 2007)

Il delitto Biagi/4
"Per capire il provincialismo bilioso di certa stampa italiana basta leggere il commento di Enzo Biagi pubblicato oggi sulla rivista Sette sul viaggio negli Usa del nostro Presidente del Consiglio. In più nel caso di Biagi c'è un'odiosa incapacità di comprendere tutto ciò che di grande, di nobile, di lungimirante, di politicamente importante e di umano, si di umano c'è nelle azioni di Silvio Berlusconi anche e soprattutto in politica estera. E' un peccato disperdere quella saggia serenità di giudizio che dovrebbe essere propria di chi ha una lunga esperienza" (Sandro Bondi, Forza Italia, Ansa, 31 luglio 2003).

"Credo ci sia un elemento di gelosia in Biagi e Montanelli, perché non riesco a trovare un'altra spiegazione. Tutti questi giornalisti, Biagi, Montanelli, erano più anziani di me e credevano di essere loro quelli importanti nel nostro rapporto. Poi il rapporto si è capovolto e io sono diventato ciò che loro stessi volevano essere. Dunque, dato che loro non mi sono politicamente affini, si è sviluppato un sentimento irrazionale tra giornalisti italiani molto famosi" (Silvio Berlusconi, "The spectator", 4 settembre 2003).

"Enzo Biagi ha 84 anni, leggo che il sindaco di Bologna gli ha offerto un incarico. Credo sia benestante, non mi sembra che sia discriminato. Francamente mi preoccuperei di più di quei tanti giornalisti di 20-30 anni che trovano le porte delle redazioni chiuse o non riescono a lavorare. Io credo che ci sia bisogno di professionalità nuove e non mi sembra straordinario che a quell'età siano state interrotte delle forme di collaborazione per far posto a professionalità più giovani" (Carlo Giovanardi, Udc, Ansa, 18 agosto 2004).

"Non ci sembra che tramutare una battuta autoironica in una truculenta e volgare sfida alla piazza sia il massimo della corretta informazione. Purtroppo è quello che fa oggi Enzo Biagi sul Corriere della Sera. Il tutto condito anche da una battuta grevemente maschilista nei confronti della coordinatrice provinciale di Bolzano di Forza Italia. Se oggi ci fosse un festival del cattivo gusto e della disinformazione, questa volta Biagi avrebbe vinto il primo premio" (Fabrizio Cicchitto, Forza Italia, Ansa, 5 giugno 2005).

"L'ironia di Berlusconi è nota a tutti, forse non lo è a Biagi che continua ad avere nei confronti del presidente del Consiglio un livore senza pari" (Giampiero Cantoni, Forza Italia, Ansa, 5 giugno 2005).

"Le parole di Biagi sono frutto di una incredibile carica di odio e livore personale che porta quello che è stato un autorevole e prestigioso giornalista italiano a manifestare un assoluto e irreversibile disprezzo per il capo del governo del proprio Paese" (Giorgio Lainati, Forza Italia, Ansa, 5 giugno 2005).

"Da un giornalista di lungo corso come Biagi sarebbe maggiormente apprezzata la dote dell'obiettività che invece manca in ogni corsivo e a scapito (sic) di un odio ormai atavico e improduttivo verso Silvio Berlusconi" (Giorgio Jannone, Forza Italia, Ansa, 5 giugno 2005).

(15 novembre 2007)

Anonimo ha detto...

Il delitto Biagi/5
"E' una vergogna che un giornale come il Corriere della Sera ospiti i rancori di un vecchio rancoroso (Biagi, ndr) che ce l'ha con me. Io non ho mai detto che Biagi e Santoro dovevano essere mandati via, ho sempre detto che se volevano rimanere non dovevano continuare a fare un uso criminoso della televisione. Ho detto che avrebbero dovuto fare come nelle televisioni private. Nelle televisioni private non ci sono mai state trasmissioni con attacchi a qualche partito ma da noi ci sono i Costanzo e i Mentana perché noi siamo liberali" (Silvio Berlusconi, Ansa, 21 maggio 2006).

"Sconcerta e amareggia il livore con cui, ormai ogni settimana, un opinionista della statura di Enzo Biagi, dalle colonne del primo quotidiano d'Italia, prende di mira con un linguaggio irriverente Silvio Berlusconi, dimenticando che il suo bersaglio è il presidente del Consiglio di tutto il Paese. Quanto alle critiche al governo Berlusconi, esse sono ingiuste e soprattutto non in sintonia con il Paese reale. Se non fosse accecato dall'odio ideologico, Enzo Biagi dovrebbe ammettere che in quattro anni di legislatura i posti di lavoro sono aumentati, che la riforma delle pensioni ha ottenuto il plauso dell'Europa, che certamente non è la piazza di Bolzano, e che, proprio grazie al presidente Berlusconi, l'Italia ha acquisito credito e prestigio a livello internazionale" (Antonio Martusciello, Forza Italia, Ansa, 5 giugno 2005).

"Il direttore generale considera Enzo Biagi un epurato? Quando si parla di epurati vorrei che si facesse chiarezza sulla questione Biagi, perché che si continua a parlare in questo senso del giornalista nella polemica politica è una cosa che va anche bene, ma che la Rai ne parli in questi termini, no. E' vero che Il Fatto perdeva ascolti? E' vero che gli è stato proposto di fare un programma biennale in prima serata per un costo di 3 miliardi delle vecchie lire? O gli era stato proposto a suo tempo un programma su Raitre e ancora del comunicato di 'soddisfazionè diffuso dallo stesso Biagi subito dopo la chiusura del rapporto con la Rai. Lei lo definirebbe 'epuratò alla luce di questi fatti? La Rai ha il dovere di dire che Biagi è andato via in seguito ad una transazione" (Mario Landolfi, An, Ansa, 19 dicembre 2006).

"Chiedo alla Vigilanza di acquisire il contenuto, anche di carattere economico, della risoluzione contrattuale a suo tempo definita fra l'azienda e Enzo Biagi e copia del contratto con cui le parti hanno sottoscritto il nuovo rapporto, in base al quale il giornalista tornerà in onda il 22 aprile su Raitre con RT. Il vittimismo antiberlusconiano paga profumatamente non solo in termini politici, come si è visto nella carriera di Santoro, ma anche in termini economici, come si evince dal fatto che chi è contro Berlusconi si assicura un rapporto di collaborazione con la Rai" (Massimo Baldini, Forza Italia, Ansa, 17 aprile 2007).

(16 novembre 2007)