C'è lent ano

Molta attesa e poi molta noia. Ieri sera mi sono soffermato a guardare lo spettacolo di Adriamo Celentano su Rai1 chiedendomi, alla fine, quale fosse stata l'utilità di quella ora e venti.
Celentano mi piace come uomo di spettacolo, però lo show di ieri mi è sembrato una piatta presentazione del suo nuovo album, condita da poche gag riuscite e da un paio dei soliti sermoni. Sermoni tanto condivisibili sui temi nucleare e cementificazione delle città con progetti assurdi - vedi Milano Fiera - quanto già ascoltati.

Il molleggiato rappresenta un'immagine nazional popolare che, per quanto possa sembrare strano e stridente, riesce ad avere più risonanza di mille inchieste ben impostate. In Italia funzione così, piaccia o no.
Anche la telefonata con Milena Gabanelli mi è parsa scivolare via senza entusiasmo ne particolari spunti di interesse. Un'occasione persa, se sorvoliamo sull'ovvio apprezzamento per un programma - Report - serio e ficcante che rientra tra i migliori del palinsesto Rai, ovviamente su Rai Tre.
Del resto per citare sempre Celentano durante un suo passaggio recente da Fabio Fazio, "qui siamo su Rai Tre, mica alla Rai".

Alla fine nulla a che vedere con l'ottimo "Rockpolitik", comunque meglio un Celentano non in forma che mille grandi fratelli.

Annotazione polemica. E' comparso Antonio Cornacchione per 20 secondi gridando "Beati gli assetati di giustizia perchè saranno giustiziati" e poi un altra frase simile sul finale.

Sarà stato pagato, con i nostri soldi, per questo sforzo immenso?

Speriamo che i costi di questo show rientrino nella pancia di mamma Rai, grazie alle pubblicità.

Alla prossima