
E’ finita l’era di Walter Veltroni. Ha pagato per tutti e forse era necessario e giusto. Ma comunque ha tutto il mio rispetto ed il gesto gli fa onore.
Ora stapperà champagne chi nel centrosinistra voleva il suo capro espiatorio da linciare. Ora saranno soddisfatti, sempre nel centrosinistra, quelli che aspettavano sulla riva del fiume. Mi chiedo se questi stessi possano veramente pensare che fosse solo lui il problema.
Via Walter cambierà la rotta con la velocità richiesta? Oppure, come penso io, non bastano nuovi leaders – dove sono, io non ne vedo molti – ma è tutto il progetto Pd da ripensare e tutta la sinistra nelle sue varie sfaccettature da ricostruire. E’ una seria analisi sul presente ed un progetto vero e preciso sul futuro o che hanno fatto cadere Veltroni o solo le lotte intestine che dilaniano storicamente tutto il centro sinistra ed i suoi apparati?
Io che non sono abituato a scendere dai carri perdenti ne a salire su quelli dei vincitori sostengo sempre le stesse cose. Veltroni sarebbe stato un buon Presidente del Consiglio ma è, od era, troppo molle ed indeciso come leader dell’opposizione. La campagna elettorale dello scorso anno era stata condotta bene nel tentativo di presentare uno stacco dalla precedente esperienza di governo. Non si poteva certo vincere, ma doveva essere il punto di partenza per una forte opposizione al Berlusconismo che mettesse le basi per una vittoria tra qualche anno. Una vittoria duratura, solida e matura. Certo moderata, forse troppo, ma seria.
Qui si sono scoperti i limiti della politica di Veltroni comunque sempre sotto il tiro delle lotte intestine e degli amici che certo non hanno remato tutti nella stessa direzione.
Ora Walter si è dimesso ed è cosa giusta, perché può fornire una scossa, e lodevole in questo Paese dove le dimissioni sono pratica sconosciuta.
Le dimissioni portano i nodi al pettine senza continuare con un calvario che avrebbe fatto perdere altro tempo fino all’autunno.
Peccato che dietro non è che ci sia molto di cotto e pronto da essere gustato. Ne nel PD, ne tanto meno negli altri partiti del centrosinistra.
Dura guardare avanti ma proviamoci. Mi rivolgo a voi, si proprio a voi.
Il processo per rialzare la testa deve passare non solo dalla classe politica, su cui noi elettori ben poco controllo abbiamo, ma anche nel nostro stesso atteggiamento perché tante altre vittorie della destra dovremmo sorbirci se continueremo a martellarci sui coglioni per questioni di lana caprina e se ci lasceremo andare ad atteggiamenti di sconforto e di menefreghismo che sono ennesimi favori all’uomo di Arcore.
Allora provo io ad analizzare un paio di punti che partono dalla sconfitta elettorale di Soru e che poco hanno a che vedere con Veltroni, i suoi errori e le sue conseguenti dimissioni. Un analisi che è quasi come un grido d’allarme.
Primo.
Dopo un anno di slogan e poco altro, i battute, smentite e demagogia spicciola, vedere che il consenso del governo e soprattutto del Presidente del Consiglio si incrementi di giorno in giorno risulta elemento su cui agire immediatamente. La luna di miele dovrebbe essere finita e lo è. Qui si tratta di consenso vero. Qui si tratta di un uomo che piace per quello che rappresenta, invece che preoccupare o inorridire. Qui si parla di politiche che evidentemente sono apprezzate e condivise. Qui si parla si gente che ormai può dire e fare tutto ed il contrario di tutto senza che cambi nulla nell’apprezzamento e nell’atteggiamento degli Italiani. Tutto ciò comincia ad essere grave ed anche abbastanza immotivato a meno che non pensiamo che si stia parlando di una specie di ipnotizzatore o di re mida.
Secondo.
Appello al popolo, che spero sia ancora numeroso, di centrosinistra. Ma proprio tutto. Tutto quello che vorrebbe vivere in un paese un pochino diverso.
Lo vogliamo capire o no che si sta arrivando ad un punto di non ritorno? La classe del centro sinistra in toto, metto dentro anche il buon Tonino che a mio avviso di sinistra certo non è, deve percorrere strade nuove e più decise, rinnovandosi nelle persone e nei contenuti, urlando invece che sussurrare. Ma anche gli elettori di centrosinistra, dal moderatino margherito cattolicuccio, chi è un nostalgico DS, chi ama alla follia il Tonino urlante, chi sta con Turigliatto sognando la rivoluzione, chi ancora si colora di verde sperando di salvare i panda, chi è socialista e rivorrebbe il Bettino, tutti insomma devono capire la gravità del momento
In luogo delle ridicole divisioni da sogno di mezza estate vogliamo capire che bisogna ricostruire una casa comune da zero e non c’è tempo da perdere?
Basta farsi del male perché a forza di guardarsi le punte dei piedi litigando tra di noi su chi ha le dita più affusolate il mondo sta drammaticamente avanzando in una direzione che poi tutti non condivideremo e di cui pagheremo le conseguenze. La direzione del Berlusconismo sfrenato e dei leghismi
Possiamo anche continuare così, accusandoci l’un l’altro di errori ed orrori, ridicentoci per la millesima volta che Il PD è un progetto nato male che a furia di inseguire il centro non sa più dove andare, che Di Pietro con la sua sguaiata politica non fa altro che favorire Berlusconi, che la sinistra radicale è ridicola divisa in mille rivoletti e non sa più parlare alla sua gente. Possiamo cadere nelle tentazioni del “fa tutto schifo, è tutto uguale ormai non mi frega più di niente” che è altro favore grosso alla destra. Possiamo farlo anche perché sono tutte cose vere.
Sono cose vere ma che non risolvono nulla.
Preso atto di questo quindi vogliamo svegliarci e pensare a quali possono essere le strade per fronteggiare insieme un’avanzata che sembra inarrestabile? Perché o si riparte o sarà un crollo totale da cui non ci si riprenderà per molti anni.
Ormai non non più convinto che basti cambiare leaders, occorre qualcosa di più forte. Forse L’Italia è cambiata negli ultimi tre/quattro anni e non ce ne siamo accorti.
O forse no. Forse siamo cambiati noi.
E qui sta la speranza. In fondo L’Italia ed il corpo elettorale sono gli stessi di qualche anno fa, quando l’ometto scarso crinito era comunque in auge e amato ma pagava anche per i suoi errori e quando faceva puttanate al governo il suo consenso scemava e la gente scendeva in piazza. Il centro sinistra c’era ed era forte e raccoglieva il consenso lasciato per strada dalla destra, fino a vincere nettamente le Regionali del 2005 e in un modo o nell’altro anche le politiche del 2006.
Non sono passati in fondo mille anni. Non stiamo vivendo in un incantesimo.
Quindi la strada virtuosa può ancora essere percorsa. Certo con uomini nuovi, decisi e validi. Certo con programmi e messaggi nuovi. Certo in fretta perché non c’è tempo da perdere perché da domani non ci sarà più nemmeno il parafulmine Walter su cui scaricare tutti gli errori.
Alla prossima
10 commenti:
Intervento appassionato e pienamente condivisibile.
Il primo errore da NON fare è quello, per il PD, di nominare un segretario provvisorio che puzza tanto di curatore fallimentare.
Al diavolo lo statuto e le bizantine regole interne, subito primarie VERE, cioè con candidati contrapposti che si confrontano apertamente su linee programmatiche differenti, e senza invece un vincitore predefinito da incoronare che sa tanto di URSS.
A Firenze abbiamo potuto vedere che fare questo è l'unico modo valido per mobilitare la base.
Ed è l'unico modo per far emergere uomini e donne nuovi di cui c'è drammaticamente bisogno.
Io sono di Sinistra e non di centro.
Se si è di Sinistra non si può essere di centro.
Essere di Sinistra vuol dire che si aspira al cambiamento, guardando alle tradizioni Socialiste, Marxiste, Leniniste, Libertarie, Legalitarie, Internazionaliste: chi è a Sinistra non può rimanere indifferente al Cattolicesimo delle comunità di base, all'antiglobalizzazione per combattere la fame e l'emarginazione, alle lotte dei Popoli oppressi, alla difesa delle conquiste e dei diritti condivisi.
Essere di centro non è sinonimo di moderatismo ma è sinonimo di una presa di posizione netta e inconciliabile con le tante istanze che la Sinistra storicamente ha: mi pare che il centrismo delle Binetti, dei Calearo e degli Ichino sia molto chiara, netta e massimalista.
E il centrismo del partito Democratico non è diverso dalla "progettualità, o "non progettualità", delle destre: l'elettore averte che il centrismo del Partito Democratico è congruente e sovrapponibile a quanto proposto dal "maggior esponente dello schieramento avversario".
La Sinistra ha bisogno del pur sveglio Compagno Ferrando come ha bisogno della tradizione Radicale e Socialista, anche solo riformista. La tradizione Comunista che in Italia ha portato indubbie conquiste sociali, tra cui una bella Costituzione condivisa, non va buttata nel cesso, insieme a detta Costituzione, altrimenti si mostra il fianco a chi vuole interessatamente distruggere ciò che si è dolorosamente conquistato, Costituzione compresa.
Come avevo previsto, il cadavere di Veltroni galleggia, ora, sul fiume della Storia e mi sta passando davanti, con il suo Partito Democratico che, anche a detta di D'Alema, persona molto intelligente, manca di progettualità o ha una progettualità omologa a quella delle destre.
Ei valori della Sinistra sono sempre quelli da sempre: da quelli soffocati nel sangue da Bava Beccaris a quelli della mattanza della scuola Diaz, con annesso omicidio di Carlo Giuliani.
E a Sinistra ci sta indubbiamente la tensione, certamente partigiana, di voler cambiare le cose, mentre al centro, fintamente "moderato", è ben chiara, e netta, la ferrea volontà a guardare alla conservazione: la categoria "centrosinistra" è un termine fuorviante, autoparalizzante e ossimorico, che l'elettore medio coglie nell'indifferenziazione da quanto proposto dalle destre.
Io sono di Sinistra e credo che le istanze storiche Social-Comuniste, Libertarie e Legalitarie siano tuttora valide per difendere quanto già conquistato e quanto si dovrà ancora conquistare: tutto questo non si progetta con gente "centrista" come la Binetti e con le idee genericamente "centriste", indirizzate in altro luogo mentale e in altro tempo passato.
Il Partito Democratico paga ciò che è e Veltroni ha fatto, oggi, quello che avrebbe dovuto giustamente fare due anni fa, invitato dal miserevole sottoscritto.
Non si è credibili nel difendere le proprie istanze se, nel contempo, si rigettano le strategie e le conquiste che sonos state causa prima di quelle istanze, spesso conquiste costate lacrime e sangue.
E, così, non si è neppure credibili nel contrastare il becerume dell'omino di Arcore e della conservazione neonazi-fascista, spesso "baciabalaustra", dei suoi alleati.
Per Rugbysta:
fermo restando che non ho votato PD, nè lo votero penso mai, fui irriso e ischerzato perchè volevo votare Adinolfi, l'unico candidato, benchè ex-democristiano, che aveva un programma, almeno mentale, molto diverso dal prodotto "preinscatolato" Veltroni.
Perchè Adinolfi era almeno in grado di difendere quelle poche conquiste condivise mai menzionate da Veltroni e che Veltroni stesso non ha mai difeso dal massimalismo centrista del suo partito.
Io alle primarie del Partito Democratico ero andato con l'intento di accordare fiducia almeno a uno straccio di programma alternativo alla conservazione centrista: non mi è stato permesso di farlo!
Infatti parlo di primarie VERE.
Quelle contendibili, dove politicamente "scorre il sangue".
E ben venga Adinolfi, perchè il futuro della sinistra italiana è la gente come lui e Scalfarotto, non i soliti vecchi dinosauri, gli apparatchiki, i teo-dem e, peggio ancora, i Colaninno ed i Calearo, peccato mortale averli cooptati nel PD.
Io sono uno di quelli che “fa tutto schifo, è tutto uguale ormai non mi frega più di niente”.
Ciò detto, alcune considerazioni.
A. La prima è ironica: "Ha pagato per tutti e forse era necessario e giusto". La prima parte della frase mi ricorda qualcosa....:-)
B. Detto senza mezzi termini, "W" (e non mi riferisco all'ex presidene usa) è una mezza sega, con 1/infinitesimo dei coglioni che ha sotto, ad esempio, il "manettaro" di pietro o il "berlusconi sardo" soru (anche se questi mi è veramente antipatico...).
C. Non so cosa farà il pd e poco me ne importa, ma se vorranno il mio voto dovranno fare una serie di operazioni che vado ad elencare:
1. Levarsi dal cazzo ikino, colaninno, kalearo, binetti e rutelli; "ma anche" i vari d'alema, fassino e tutto l'ex politburo dei ds.
2. Il buon Bersani NON deve fare il segretario (non credo sia in grado): il suo ruolo deve essere quello di futuro PREMIER, cosa che saprebbe fare benissimo (ammesso che ci siano ancora libere elezioni; scommetiamo che berluska imiterà quello scimmmione di chavez?...).
3. Il segretario del partito sia una persona carismatica e decisa, senza "checchisterismi" e tentennamenti. Un nome? SERGIO COFFERATI!
Cmq, resta tutto uno schifo...
Mah....alla fine sono sempre stato almeno moderatamente soddisfatto di chi ho votato, con l'eccezione di Tiziana Maiolo, che fui costretto a votare nel 1997 a causa di quelle logiche anticipatrici della ormai famigerata, e perdente, patologia psichiatrica partitodemocraticista, che rigettavo 15 anni fa con la attuali medesime convinzioni non trattabili.
Beh, oltre alla generale soddisfazione discretamente moderata, non posso dimenticare il voto di cuore e di grande idealità accordato allo straordinario Mario Capanna e quello, ormai quasi venticinquennale, per l'ottimo Basilio Rizzo al Comune di Milano.
Io attendo il progetto Vendola, un partito di sinistra ma meno sognatore dei ferrero, Turigliatto e compagnia.
Il Pd è fallito il giorno stesso della sua nascita. Berlusconi non si batte con le ammucchiate o anche se lo si batte la cosa dura poco. Unire Ds a cattolici è stata una mossa che non ha giovato a nessuna delle due parti, inoltre la rincorsa al voto utile ha giovato ulteriormente Berlusconi.
Il Pd non ha migliorato praticamente di nulla tra la somma di Ds e margherita, quindi dove sta il buon risultato alle elezioni? E' stato talmente poco convincente che chi ha abbandonato la sinistra vera invece di votarlo ha votato lega nord.
probabilmente è vero, non ha fallito veltroni, ma tutto il partito che per ripartire si deve azzerare. Ma è normale che quello che doveva essere un progetto nuovo e moderno si debba rifondare nemmeno due anni dopo?
Il Compagno ha centrato il problema nelle sue ultime tre righe.
E' normale?, si chiede.
No non lo è.
Come non lo è la sindrome da autodistruzione che colpisce la sinistra negli ultimi tre anni. Prima si è suicidata la sinistra radicale, ora si sta suicidando il PD.
Ma la colpa non è di Veltroni, pur con tutte le sue giganti pecche, ma di tutta una classe dirigente che preferisce gli interessi particolari rispetto ad un progetto a lungo termine vincente.
Perchè l'idea e l'impronta di Veltroni (partito moderato con più anime a vocazione maggioritaria che potesse assumersi l'onere un giorno di portare una forma di riformismo alla guida del Paese) sarà anche stata sbagliata nei modi e nei tempi e discutibile da chi ha visioni differenti, ma era una strada degna e possibile ma praticabile solo se vista in un'ottica di lungo termine, non certo nell'ottica di un anno. In questo senso Veltroni è il capro espiatorio di molti che lo hanno impallinato dall'interno ma non ci si illuda che via lui siano risolti i problemi.
Certo lui ha sbagliato ma ha anche pagato. Cosa rara in Italia. Ad ogni buon conto è chiaro che il destino del PD (divisione, cambio di strategie) determinerà tutto il futuro della sinistra in Italia.
Insisto e vi chiedo. Non sono passati secoli da quando Berlusconi (lo stesso di oggi che sembra tanto onnipotente)era al governo e che con i suoi disastri pagava in termini di socnfitte elettorali (2001/2006) punito da un popolo (in fondo lo stesso che oggi sembra andare in un unica direzione e gli perdina tutto) scendeva in Piazza e premiava un centro sinistra (diretto in un modo e da persone non certo dissimili da quelle di oggi anzi sono le stesse). I fattori in fondo sono gli stessi, gli anno passati sono pochi, forse è cambiato qualche ingrediente ma come è possibile un risultato così diverso? Come è possibile che in questi tre anni la sinistra si sta autodistruggendo mentre lui è sempre più saldo?
Come fermare questo disastro infinito?
La soluzione di un leader carismatico e deciso è corretta (un cofferati sarebbe buono come dice Bolso)ma non credo basti.
Si deve decidere una volta per tutte che strade seguire in termini di programmi e alleanze e anche la sinistra più radicale deve collaborare su questa strada per rigenerarsi. In tal senso seguo con interesse Vendola.
Temo comunque che verranno tempi bui ed il processo sarà lunghissimo anche perchè le premesse non sono buone.
Prendiamo ad esempio il PD. E' chiaro che servirebbe un congresso immediato, la scelta di un leader forte e un calcio in culo ai cattolichetti funfugniatori (insomma quelli che tramno nell'ombra rompendo su tutto).
Altro che reggenza di franceschini, buona solo a non rinnovarsi subito, perdere tempo, subire una batosta alle Europee, e generare nell'elettorato altra confusione e sconforto.
Invece ovviamente le cose andranno diversamente. Per la serie non hanno capito nulla.
Pianista: il PD non è un partito di Sinistra, altrimenti manterrebbe almeno gli elettori "di sinistra".
Compagno di merende: la Sinistra ha bisogno tanto di idealità progettuale quanto di diligenti amministratori della Cosa Pubblica, altrimenti non si va davvero da nessuna parte.
Comunque, quando parlo, parlo sempre al vento.
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