11 maggio 2009

Punti di vista

Ecco, io per questi della foto organizzerei un bel barcone per la Libia.....biglietto di sola andata

10 commenti:

barolo66 ha detto...

Ma che, niente niente stai diventando leghista?... A parte tutto per una volta sono d'accordo con il governo nel rifiutare l'accesso ai clandestini. Non trovo corretto che l' Italia si debba fare carico dell'accesso di persone che nella maggior parte dei casi vanno a rimpolpare l'esercito dei disadattati che fanno parte della microcriminalità; è ovvio non tutti seguono quella strada,e non sono l'unica causa della criminalità, ma la maggioranza utilizza mezzi illeciti per soppravvivere e quindi non mi trova favorevole. Preferirei optare per una soluzione di aiuti in loco, a patto che gli aiuti siano reali e non tangenti per le lobbies locali.

Anonimo ha detto...

Gli accordi con la Libia" per il rimpatrio degli immigrati clandestini "li ho gestiti io (*), li ho sottoscritti io (*), Maroni esegue quelli che sono gli accordi presi direttamente tra me e il leader libico Gheddafi (**)",

(*) Berlusconi
(**) Un vero “gentlemen's agreement” come tra Long John Silver e Henry Morgan (noti pirati). La Libia è un paese che non ha mai firmato la convenzione di Ginevra sui diritti dei rifugiati.


Una vergogna italiana
Credo che la Lega Nord rappresenti oggi il più grande pericolo culturale del nostro paese. Per diversi motivi. È un partito che fonda la maggior parte dei suoi consensi non solo pescando, ma soprattutto incoraggiando gli istinti più arcaici del nord. È un partito che incita a un razzismo per nulla strisciante e assai evidente. Non conosce la parola solidarietà. Teorizza il concetto di diversità come un pericolo, e soprattutto ha una graduatoria ben precisa sulle diversità. Parla di razza padana, che ovviamente non esiste, e in tutti questi anni ha provato a falsificare la storia in tutti i modi, per far passare questo concetto. Mobilita militanti ed elettori affinché si instauri un meccanismo di intolleranza e di esclusione per tutti coloro che non appartengono a quel piccolo mondo, e a quelle piccole patrie del tutto inventate, su cui basa il suo debole impianto ideologico. Tutto questo con atteggiamenti e comportamenti che negli anni hanno interessato molti aspetti: dall'unità d'Italia al disprezzo per il tricolore.

Non so dove porterà tutto questo, sono anni che i leghisti vengono dipinti in due modi opposti. Ci sono quelli che li considerano dei rozzi razzisti, incapaci di capire che si trovano nella contemporaneità e non nei riti finti delle ampolle del Po. E invece quelli che cercano di neutralizzare la carica eversiva del leghismo come movimento popolare, sostenendo che alla fine sono soltanto parole e niente di più, e che i leghisti, dietro la scorza razzista, brutale, e provocatoria sono dei fedeli cittadini rispettosi della Costituzione e dell'unità nazionale.

In realtà il leghismo, con il passare degli anni ha mostrato la sua parte più povera dal punto di vista culturale ed etico, più lontana dai tempi in cui stiamo vivendo e più paradossale. Rimandare in Libia, per fare l'ultimo esempio, i clandestini che cercano di arrivare in Italia è una vergogna internazionale, soprattutto perché la Libia è un paese che non ha mai firmato la convenzione di Ginevra sui diritti dei rifugiati. È un paese su cui non abbiamo controllo sugli standard previsti per i diritti di asilo. E noi siamo un paese civile ed europeo, non un cinico luogo dove si può rimanere indifferenti a queste cose. È inutile che Calderoli, Maroni e Bossi esultino perché ne abbiamo rimandati indietro 240, e tra loro molte donne e bambini. È una vergogna che nessun paese degno di questo nome può permettersi.
Laura Boldrini, portavoce dell'Unhcr, l'Agenzia Onu per i rifugiati ha detto: "Respingere in Libia gli immigrati entra in rotta di collisione con il diritto di asilo, così come è regolato da leggi nazionali, europee e internazionali. Esiste infatti il principio del non respingimento nel caso di gente bisognosa di protezione". E in Libia, lo sappiamo assai bene, non sono protetti. Quanto dovremo osservare in silenzio una violazione così grave? Ma il nodo è sempre quello: non vogliamo un'Italia multietnica. Questo dicono tutti i leader del centro destra. Dimenticando, o forse no, che il mescolarsi delle razze, il divieto dei matrimoni misti, il divieto persino di rapporti tra italiani ed abissine, per fare un esempio antico della fine degli anni Trenta, era ossessivo e controllato (al punto che dopo il 1938 la celebre canzone "Faccetta nera", inno del fascismo, fu bandita dalle radio italiane).
L'ossessione del mescolamento, dell'inquinamento culturale e razziale è sempre stata, ed è ancora, una prerogativa dei regimi autoritari e totalitari. Poveri di cultura e arretrati. E la Lega è questo, arretratezza e razzismo strisciante, che non va sottovalutato né ridicolizzato, ma va preso assolutamente sul serio.
(Cotroneo)

Anonimo ha detto...

ma le foto mi sembrano tanti silvi.
forse sono loro che si vorrebbe spedire

bolso67 ha detto...

A me l'italia multietnica non dispiace e penso che i respingimenti verso la libia (gheddafi non è diverso da saddam...) siano sbagliati, ma penso altresì che una regolamentazione ci voglia.

E dovrebbe essere l'UE farsene carico collegialmente, non i singoli stati membri.

Ma è solo una questione formale: certi fenomeni storici non si possono nè pilotare, nè tantomeno arrestare: la stima odierna è di 6.779.380.400 di abitanti su questo pianeta...

Anonimo ha detto...

Il mese dei miracoli

Brillante azione dell’intelligence italiana che sventa un colossale complotto terroristico e scopre due pezzi grossi di al Quaeda già detenuti nelle patrie galere, in possesso di materiale disponibile in internet e conservato nelle loro diaboliche pennette, con nomi, piani, gerarchie, addirittura 50 militanti, roba mai vista, mancavano soltanto gli indirizzi di bin Laden e di Zawahiri con il codice postale tanto questi due erano scemi. Erano già in galera perchè pare organizzassero trasporti di illegali dall’Albania. Un tempo, quando facevo il cronista, alle vigilia delle elezioni la PS rastrellava un po’ di povere mignotte e la Finanza sequestrava un paio di Tir pieni di “americane” (nel senso delle sigarette) a Chiasso per divertire il pubblico, oggi si deve fare di meglio. Nelle ore in cui il Cav. Barconi, ormai incoronato da Calderoli leghista “dishonoris causa”, ci spiega che quei miserabili rimandati negli accoglienti “Club Ghed” in Libia sono in realtà bande di criminali, zacchete!, la nostra Cia alle vongole sventa anche una trama terroristica organizzata da due che stavano in carcere e si lasciavano dietro la scia come le lumache. Manca un mese a elezioni che sono vitali per il governo, che ormai le deve stravincere perchè vincere non basta più, e riscopriamo il terrorismo islamico, il traffico di clandestini gangster, i vagoni segregati, tra un po’ - me lo sento - i Rom e qualche latitante mafioso arrestato, mentre il TG1 ormai in autopilota berlusconiano senza più neppure la foglia di fico del direttore precedente, ci illustra deliziosi progetti per eleganti casette tripiano doppiservizi antisisma garantite per terremotati immerse nel verde, pronte in un paio di mesi, chiavi in mano, magari anche con i cigni nei laghetti, se votano giusto. Reggersi agli appositi sostegni, perchè tra adesso e il giorno delle elezioni vedremo una Piedigrotta al giorno. Venghino s’iori e s’iore, venghino.

Saint Just ha detto...

fino a quando il numero deidisperati morti di fame e perseguitati aumenterà fino a costituire il 90% dell'umanità, il restante fortunato, ricco, grasso 10% potrà mettere in atto tutte le difese, tutti i respingimenti, tutte le guerre preventive e non, ma aavrà il destino segnato: farà inevitabilmente una brutta fine.

l'unico modo di cercare di evitare il disastro per tutti è quello di rivedere l'economia, di riprendere un giusto rapporto con la terra, con il cibo, con le risorse di questo pianeta.

vedi:
Vandana Shiva
Muhammad Yunus
Carlo Petrini
slow food
Terra Madre

rugbysta sudafricano ha detto...

Io invece respingerei un bel po' di padani, milanesi varesotti comaschi brianzoli e veneti in testa.
L'Italia multietnica, che non mi dispiace affatto, è oramai una realtà, è la demografia che detta i fatti.
Durissimo il mio giudizio silla Legga, partito dai toni perennemente violenti ed eversivi che sarebbe da dichiarare fuori legge.

SOYUZ1968 ha detto...

Gli schifosi bavosi in camicia verde, capeggiati da quell'emiparetico spastico di Bossi e da "Goebbels" Maroni, sono merdosi nazisti...e questo, a differenza di molti altri, lo dicevo dalla fine degli anni '80.

Saint Just ha colto quello che sostengo da 25 anni, ovvero da quando ero attivista di Democrazia Proletaria.

Ecologia intelligente è quella che mette in discussione il marcio sviluppo complessivo della società, affinchè le cose non rimangano sempre le stesse e affinchè pochi privilegiati non vivano alle spalle dei molti disperati, costretti ad emigrare nel mondo dei privilegiati per sperare di cambiare qualcosa nella propria vita anche solo muovendosi.....

Demoproletario sempre!

Davide ha detto...

bellissima...

Saint Just ha detto...

Mario Pirani, la Repubblica 18/05/09

La polemica sui “respingimenti” delle barche cariche di emigranti disperati, la schiuma della terra, per dirla con Koestler, mi suscita sentimenti e richiami che esulano dai ragionamenti sulla necessità di bloccare l´emigrazione clandestina, sia dall´osservanza o meno da parte dell´Italia delle convenzioni sul diritto di asilo politico. Anche se non le faccio mie, ascolto le ragioni di Maroni, di Fassino, intuisco le preoccupazioni elettorali di Berlusconi che teme la sua erba venga mietuta da Bossi.
Ma nulla attenua la mia vergogna di italiano, il mio disagio dolente di cittadino. Essi nascono da un ricordo lontanissimo, di quando avevo poco più di dieci anni e mi scontrai con i “respingimenti” di allora. Tra la fine del 1938 e i primi mesi del ´39 le leggi razziali divennero pienamente operanti. Allora ledevano solo i diritti degli ebrei italiani o stranieri che si erano rifugiati da noi.
Dopo l´8 settembre non solo i diritti ma le vite stesse furono colpite. In un periodo iniziale, prima dello scoppio della guerra, molti, fra cui mio padre, cercarono rifugio in Francia ma il governo Daladier non voleva altri ebrei e stava chiudendo le frontiere. Ricordo la notte della sua partenza, piena di incertezze, la decisione di passare per la Svizzera, dove un diplomatico francese, suo amico, gli aveva promesso di aiutarlo ad ottenere il transito. Fino a quando non ci telefonò da Parigi non sapemmo se ce l´aveva fatta. A quel punto mia madre, io e i miei fratellini dovevamo raggiungerlo ma ci venne impedito. Era entrato in funzione un “respingimento” in direzione inversa: gli ebrei o i loro imparentati, come mia mamma, non avevano più il permesso di lasciare l´Italia. La famiglia si riunì solo quando nel giugno del ´40 i tedeschi entrarono a Parigi e mio padre, invece di cercare un passaggio più che problematico per oltre Atlantico, preferì rientrare a Roma.
Dopo qualche giorno venne inviato al confino.
Se ricordo quegli eventi è perché non si trattò di un episodio singolo. Via via che gli ebrei si rendevano conto della sorte che li attendeva, cercarono ogni possibile via di fuga. Cominciarono allora i “respingimenti” da parte dei paesi democratici, disposti ad accogliere solo piccole quote dei perseguitati, condizionate spesso al fatto che nello Stato prescelto vi fosse un parente o altra persona impegnatasi a garantirne il mantenimento. Un numero imprecisato di ebrei fuggiaschi vennero respinti verso la Germania dalla frontiera svizzera. Migliaia, provenienti dalla Francia occupata dai nazisti, si affollarono a Marsiglia, che era sotto controllo francese, con la speranza di ottenere un transito sui piroscafi che ancora salpavano per le Americhe e il Nord Africa. Un bellissimo libro, “Transit” della scrittrice, ebrea tedesca, Anna Seghers, racconta il dramma di cui lei stessa è stata partecipe, che si svolgeva attorno al porto, dove una folla di disperati, attanagliati dal terrore di essere presi dalle milizie di Vichy e spediti in Germania si accalcano ai consolati e agli uffici di navigazione, mendicando un visto, un biglietto per qualsiasi meta, una possibilità di speranza, quasi sempre negata. Un altro libro assai toccante, “Capo d´Europa”, di Angela Bianchini (Camunia, 1991) ricorda una analoga disperazione degli ebrei di mezza Europa, rifugiatisi provvisoriamente a Lisbona con le navi che salpano per l´America e che li fanno salire col contagocce. Un´altra storia, rievocata nel film “Il viaggio dei dannati” racconta il viaggio da Amburgo di 937 ebrei che avevano ottenuto il visto d´uscita dai tedeschi, ma che, giunti a Cuba e a New York si videro negato lo sbarco.
La nave dovette tornare in Europa. Alcuni sbarcarono ad Anversa, in Belgio. Altri riportati nel Reich. 600 di loro morirono nei lager.

Quale differenza con i fuggiaschi dal Darfur o dalla Somalia?
Non furono ,però, i responsabili dei “respingimenti” a finire a Norimberga.