14 gennaio 2011

Gli altri siamo noi


Tra poco conosceremo l'esito di quel triste, tristissimo referendum che travolgerà e stravolgerà il mondo del lavoro nei prossimi anni.

Il risultato è scontato. Vinceranno i si. Non potrebbe essere altrimenti.

Tutto quello che è accaduto assume i contorni di un terribile e cinico ricatto. E davanti ad un ricatto del genere il povero lavoratore non può che cedere. Controvoglia, con rabbia dolore e magari anche con le lacrimne tornando a casa. Ma è costretto a cedere.

Perchè quando sei lasciato solo contro il mondo e questo mondo non ti regala altre vie d'uscita che tenerti stretto milleduecento euro al mese per vivere, sopravvivere anzi, per crescere i tuoi figli, per avere un futuro non ti rimane che rimanere aggrappato con le unghie a quel miserabile posto.

Ma più miserabili sono tutti quelli che parlano, pontificano, emettono sentenze senza mai aver lavorato un minuto in vita loro in catena montaggio. Tutti quelli che conformandosi all'obesa lobotomia collettiva di questi anni trattano questi operai come dei privilegiati fancazzisti che non capiscono che il mondo è cambiato e non vogliono rinunciare nemmeno a un minutino di pausa.

Tacete ignoranti davanti ad una scelta ed una situazione così drammatiche.


Ricordiamoci poi che questo è solo uno dei primi passi di un mondo del lavoro che cambierà per sempre per tutti noi. Torneremo indietro di sessanta e più anni in cinque anni o forse meno.
E per molti sarà anche giusto così.
Io non faccio parte di quei molti.

Così come mi hanno comunque reso felice quei pochi che avranno votato no. Quelli per cui la dignità non ha prezzo. Una posizione perdente, non di moda, forse anche poco furba.

Ma infinitamente bella.


Alla prossima




2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bolso67

Concordo su tutto, al 100%!

Il mio pensiero lo riassumo così: avrei votato NO, con la speranza che vincessero i SI...

Solo una considerazione: per maggior equità in questo sciagurato ma purtroppo necessario accordo, fim e uilm avrebbero dovuto pretendere che quadri ed impiegati avessero l'obbligo di donare a chi lavora in linea una parte del loro stipendio, dato che hanno votato tutti quanti SI sulla pelle degli operai, senza fare il benchè minimo sacrificio.

Ora però markionne mantenga almeno le promesse fatte, altrimenti c'è veramente da invocare gli anni dell'ultimo elemento del gruppo IV B...

rugbysta sudafricano ha detto...

Io avrei votato NO.
Comunque il 46% è stato un grande risultato, nel clima da regime creato nel paese.
Il dittatore di Detroit ed i suoi amici e corifei speravano nel plebiscito e contavano sul 70-80% di sì.
Ed il referendum è passato solo grazie al voto di impiegati e quadri, che spero vengano stritolati alla prossima ristrutturazione con licenziamenti spietati. Per loro non verserò sicuramente lacrime.